SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Un ritorno in piazza, dopo mesi di pausa e iniziative organizzate solo da remoto. Italia Viva si prepara alle prossime amministrative e domenica è andato in scena un primo atto della campagna elettorale che vedrà protagonista Antonio Spazzafumo.
Il candidato sindaco di Libera San Benedetto, sostenuto dai renziani, ha partecipato all’iniziativa in viale Secondo Moretti alla quale ha presenziato anche la neo-coordinatrice regionale di Italia Viva, Lucia Annibali.
Il banchetto installato ha inoltre dato il là all’avvio della campagna di tesseramento al partito.
“È stato bello verificare che la voglia di tornare a guardarsi negli occhi e confrontarsi non era solo una nostra necessità ma anche una attesa, per troppo rimandata, dei nostri concittadini che hanno voluto dedicare un po’ del loro tempo a discutere con noi e a conoscere meglio Antonio Spazzafumo”, afferma il coordinatore provinciale Gianluca Pompei. “C’è voglia di aprire una stagione nuova fra i cittadini, c’è voglia di lasciarsi alle spalle anni di litigi e paralisi amministrative che hanno relegato la città in un eterno presente. E poi c’è tanto orgoglio nei sambenedettesi che vogliono tornare a sentirsi padroni del loro destino e non pedine nei giochi di politici e partiti nazionali che non li hanno mai guardati in faccia ma dai loro comodi uffici a tanti km di distanza impartiscono ordini su quello di cui la città ha bisogno e su come realizzarlo”.
Pompei evidenzia il progetto ‘civico’ che ruota attorno alla figura di Spazzafumo: “Quello che abbiamo costruito e stiamo continuando a costruire è un polo di sambenedettesi per San Benedetto. Persone che hanno scelto di mettere da parte i diktat di partito per tornare a prendersi la responsabilità del rapporto con la città e con i cittadini. C’è ancora tanta strada da fare, ma la direzione è quella giusta e siamo convinti che il consenso e l’entusiasmo per la nostra proposta continuerà a crescere e i città devono sapere che qualsiasi cosa abbiano da chiedere o da discutere sanno dove trovarci, sulla strada, in mezzo a loro. Che i sambenedettesi non hanno bisogno né di tavoli né di sedie, ma di donne e uomini in carne ed ossa che non rispondano ad altri che a loro. Perché San Benedetto è di chi la vive ogni giorno non di chi la racconta sui giornali come un trofeo da esibire ad un pubblico di notabili seduti al caldo delle loro riunioni di corrente o di apparato”.