SAN BENEDETTO DEL TRONTO. “Al Question Time di questo pomeriggio il sindaco dovrà rispondere a una domanda semplicissima: i locali che ospitano l’istituto Vivaldi sono agibili per ospitare una scuola oppure no? “. A parlare è Annalisa Marchegiani, consigliera del gruppo misto, dopo la notizia della chiusura dell’istituto a causa di problemi proprio con i certificati di agibilità del piano dell’edificio di via Leopardi scelto, proprio dal Comune, per ospitare il Vivaldi.
Marchegiani soltanto questa mattina è riuscita a visionare il contratto di comodato d’uso tra la Fondazione Merlini e il Comune proprio per il trasloco del Vivaldi nei locali dello storico edificio di via Leopardi. “In questo documento – spiega la consigliera – c’è un aspetto che mi sconvolge e cioè che il dirigente da atto che l’immobile è adeguato all’uso. Tra l’altro si fa costantemente riferimento ad un contratto di affitto che però non è ancora stato fatto”. Eppure in queste ultime ore è arrivata la chiusura dell’istituto proprio per sistemare delle situazioni che, però, difficilmente potranno essere sanate nei tre giorni stabiliti (dall’11 al 13 dicembre), almeno per il momento, per la chiusura della scuola.
A citare alcune delle cose che non vanno è la stessa Marchegiani: “Io non capisco come sia stato possibile far entrare degli studenti, in larga parte minorenni, in una struttura che non era agibile. Stiamo parlando di una scuola e per aprire le porte di una scuola bisogna rispettare tutta la normativa relativa alle barriere architettoniche, alla prevenzione degli incendi, alle luci di emergenza. Cose che, evidentemente, non sono state fatte visto che ora l’ufficio tecnico ha verificato che l’agibilità non c’è”.
La chiusura, a quanto si apprende, è infatti stata decisa quando sono state richieste, agli uffici comunali, delle verifiche dalle quali è emerso che il certificato di agibilità dei locali che ospitano l’Istituto non poteva essere rilasciato. Il problema è che le lezioni si stavano già tenendo. “Si è agito in maniera imprudente – afferma la consigliera – tanto più che il sindaco, in quanto tale, dovrebbe conoscere la legge regionale 9 del 2003 che dice che anche se il Comune autorizza, il sindaco ha la responsabilità di verificare che i requisiti organizzativi effettivamente ci siano. Invece si è aperta in tutta fretta una scuola che ospita ragazzini perlopiù minorenni”.
La consigliera sottolinea il fatto che la struttura in questione appartiene alla Fondazione e non al Comune ponendo diverse domande per il futuro. “I lavori di adeguamento non si potranno fare in pochi giorni – spiega – questo è evidente. A questo punto mi chiedo cosa farà il Comune. Dovrà trovare una ulteriore collocazione temporanea in attesa che terminino questi lavori? Vuole lasciare a casa i ragazzi? O ha intenzione di far traslocare un’altra volta il Vivaldi? Se così fosse allora ci troveremmo di fronte ad un danno erariale dal momento che tutti i soldi spesi fino ad ora per collocare l’istituto in via Leopardi sarebbero stati spesi a vuoto. E’ stato tutto gestito in maniera superficiale e questo è molto grave considerato quello che c’è in ballo”.