di Emidio Lattanzi
Perché spendere soldi pubblici per un servizio che non soddisfa le esigenze pubbliche? Ci riferiamo al servizio di streaming e registrazione video del consiglio comunale di San Benedetto del Tronto. Un servizio reso possibile grazie all’installazione di un sistema di telecamere e di un impianto di registrazione in grado di gestire le riprese, trasmetterle in diretta streaming e poi lasciarle reperibili online per essere viste in qualsiasi momento. Non proprio, però. Da mesi segnaliamo diverse problematiche che compromettono l’efficacia di questo servizio. Anche perché l’installazione di tutto il sistema è costata oltre 65mila euro.
Ci sono due aspetti non irrilevanti considerato il fine del servizio. Il primo è che durante la diretta non è possibile in alcun modo rivedere quello che è successo 5, 10 o 20 minuti prima. Occorre per forza di cose seguire soltanto quello che sta accadendo in quel momento. Una limitazione risibile al giorno d’oggi, quando persino piattaforme pubbliche (e gratuite) come YouTube o Facebook consentono di tornare indietro per rivedere qualche passaggio che magari possa essere sfuggito.
Ma se questo può sembrare soltanto un dettaglio, un dettaglio non è quello relativo alla messa online della registrazione. Non appena termina la diretta, il video non è più reperibile sul server che lo ha ospitato. Occorre attendere, ma non qualche minuto né qualche ora. A volte occorre attendere dei giorni. Perché?
Abbiamo più volte sollecitato e chiesto spiegazioni al presidente del consiglio, Eldo Fanini, in merito a questa situazione, ma non abbiamo mai ottenuto risposte, se non promesse di sollecito al personale che si occupa della messa online del video. In occasione dell’ultimo consiglio comunale, tenutosi venerdì pomeriggio, abbiamo registrato un piccolo record: la seduta si è svolta tre giorni fa e il video non è ancora reperibile. C’è solo un filmato di 22 secondi mandato in loop che afferma: “La diretta sta per iniziare”.
In passato è accaduto che dei passaggi del consiglio comunale siano stati tolti dalla registrazione. È una cosa che, nella casa della trasparenza quale è il comune di San Benedetto del Tronto, non dovrebbe accadere. A questo punto viene da chiedersi: il motivo di tanto ritardo è legato a una disorganizzazione dello staff che deve gestire il servizio o alla volontà di ricontrollare se possa esserci qualcosa che debba essere tolto? Perché in tre giorni nessuno ha ancora caricato il file rendendolo pubblico? Sono mesi, lo ribadiamo, che segnaliamo questa situazione ma sono mesi che questa situazione non cambia.
Perché allora continuare a spendere soldi pubblici per un servizio che non soddisfa le esigenze pubbliche e compromette la trasparenza del consiglio comunale? È necessaria una risposta chiara e un miglioramento immediato del servizio per garantire ai cittadini il diritto di informarsi e partecipare attivamente alla vita politica del proprio comune.