SAN BENEDETTO – Quarantamila volantini per denunciare una sanità carente sotto tutti gli aspetti. Personale insufficiente, servizi non all’altezza delle richieste, tecnologie obsolete e reparti in via di chiusura. A denunciarlo sono le sigle sindacali Cgil, Cisl e la Rsu dell’Area vasta cinque.
Nei prossimi giorni arriveranno in tutte le famiglie del Piceno volantini che denunciano lo stato di degrado dell’Area vasta cinque, mentre entro fine novembre verranno organizzate due manifestazioni pubbliche davanti agli ospedali del Madonna del Soccorso e del Mazzoni.
Ancora una volta Ascoli e San Benedetto fanalini di coda della sanità marchigiana. Una prova? Gli investimenti nel programma triennale della Regione: l’Area vasta uno (Pesaro) ha percepito 38milioni di euro, l’Area vasta due (Ancona) 39 milioni, l’Area vasta (Macerata) tre ben 82milioni e l’Area vasta quattro (Fermo) 28milioni, l’Area vasta cinque (Ascoli – San Benedetto) 26milioni di euro.
“Denunciamo una carenza strutturale, di risorse economiche e di personale- dichiara Roberto Fioravanti della Rsu – il Piceno è stato trattato sempre in modo diverso rispetto alle altre zone delle Marche in tema di sanità e con l’istituzione dell’Area vasta i disagi su personale e prestazioni sono aumentati”.
Proprio questa mattina i rappresentanti sindacali si sono incontrati con il comitato ristretto dei sindaci.
“Ci troviamo in questa situazione- ha lamentato il segretario della Cisl Giorgio Cipollini- per l’incapacità dei nostri politici a rappresentarci al tavolo regionale. E’ vero i sindaci in materia di sanità sono stati poco attenti, ma ora la situazione si è incancrenita. Tanto che anche i sindaci si sono resi conto della gravità. Oggi i primi cittadini unanimemente hanno condiviso la nostra analisi”.
Una delle maggiori criticità è rappresentata dal personale. A fronte di contratti del personale sanitario che a livello regionale verrebbero prorogati per un anno, presso l’Area vasta cinque verrebbero rinnovati per soli 45 giorni. In un anno e mezzo l’organigramma dei due ospedali sarebbe stato ridotto del 25%.
Tra San Benedetto e Ascoli hanno cessato il rapporto di lavoro 52 infermieri a tempo determinato e al loro posto sarebbero stati assunti solo sette infermieri per tre mesi, successivamente 14 operatori per 45 giorni e proprio oggi scadono questi contratti.
Quali i reparti a rischio? Oggi il reparto più a rischio sembra essere quello della psichiatria al Mazzoni di Ascoli, dove è stata eliminata la degenza, mentre al Madonna del Soccorso non sarebbe seguito alcun potenziamento.
Ultima novità il blocco dei ricoveri fuori Area vasta cinque sempre per quanto riguarda i pazienti della psichiatria. A denunciarlo è Francesco Neroni della Cgil, che parla di una psichiatria ascolana ormai in via di chiusura. Sulla stessa strada l’oculistica dove attualmente si eseguono solo cataratte, mentre per altri interventi più seri si deve andare fuori provincia. A questa situazione si aggiunge il sottodimensionamento del personale sanitario.
Per un reparto come quello chirurgico sarebbero necessari dai 23 ai 24 operatori tra infermieri e oss (operatori socio sanitari) invece al Madonna del Soccorso se ne contano 17 e al Mazzoni 14.