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Il Pd senza una guida e in perenne polemica con se stesso. Tanto a fare opposizione ci pensa Gabrielli

Dopo un anno senza una vera guida il centrosinistra dovrebbe rimpiangere una figura come quella di Giovanni Gaspari
Pubblicato il 11 Luglio 2017





SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Se a Roma è il partito di Governo, in Riviera è una realtà di minoranza. E se in entrambi i casi, all’interno del partito, ci sono più correnti che in un cavo dell’alta tensione, a Roma qualche figura carismatica c’è. In Riviera, per dirla alla Andreotti, di giganti non se ne vedono. Parliamo del Partito Democratico, ovviamente, quello che fece harakiri più o meno un anno fa, che sacrificò Perazzoli come fa il bambino che si riporta il pallone a casa così non gioca più nessuno e che oggi non ha una guida in grado di dare risposte. E che, a vedere i risultati, negli ultimi dodici mesi probabilmente non è stata neppure capace di farsi delle domande.

Improvvisati e inesperti. Non esiste una linea, non esiste un programma. Giovanni Gaspari è fuori dai giochi, Fabio Urbinati è lontano. Paolo Perazzoli, seppur con enorme ritardo, è finalmente riuscito a mandare a quel paese i suoi fidatissimi sostenitori che hanno fatto vincere il centro destra. E allora, cosa è rimasto? Un gruppo di persone che sta andando avanti per frasi fatte, che comunica con gli sms e che esige il “riceviamo e pubblichiamo” per scrivere che c’è il sole anche se fuori sta diluviando. Che va all’attacco dove non dovrebbe e non affonda quando invece, per un politico esperto, viene quasi naturale farlo. Gli spunti più brillanti del Pd in consiglio sono stati, a memoria d’uomo, polemiche su Carnevale e Palanatale sollevate a primavera inoltrata.

Al partito manca un leader, qualcuno che sappia affrontare i nemici ma soprattutto gli amici. Qualcuno che sappia raccogliere l’eredità di chi, tra bastoni e carote, ha saputo portare a casa dieci anni di amministrazione comunale. Si, stiamo proprio dicendo quello: dalle parti del Partito Democratico farebbero bene a rimpiangere una figura come quella dell’ex sindaco Gaspari, un gigante in confronto a chi, oggi, sta rendendo vita facile a Piunti e compagni che sono più impegnati a coprirsi dal fuoco amico che non a parare i colpi di un centrosinistra che, in perenne fase congressuale, si sta autofustigando a bottigliate in pieno stile Tafazzi concentrandosi su faide ed equilibri di partito, su nomine ed incarichi. Tanto, a fare opposizione, ci pensa Bruno Gabrielli.