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Il Pd all’attacco: “Con tre scissioni, l’8% alle elezioni è stato insperato. Ameli? Ha organizzato un’assemblea provinciale contro di noi”

"Non siamo alla ricerca di rivalse e non vogliamo bruciare la nostra casa, ma la verità deve emergere. Se qualcuno pensa di imporre altro, non lo permetteremo"
Pubblicato il 15 Giugno 2022

Il Pd di San Benedetto torna a difendersi dalle accuse riguardanti il cambio della guardia alla segreteria comunale.

“L’assemblea è stata organizzata on line, onde ricercare la partecipazione di tutti i delegati, tenuto conto che qualcuno aveva denunciato problemi di salute. Intendiamo però precisare rispetto a chi auspicava un assemblea allargata, che l’Unione Comunale è un assemblea elettiva, e in quanto tale vi possono partecipare solo i delegati congressuali”, spiegano i dem. “Il tracciato segnato dal Benigni è stato di grande apertura e la nuova segretaria Palestini lo ha ricalcato in toto allargando lo staff dell’esecutivo anche ad iscritti che in passato sono stati su percorsi diversi. Ci contestano di aver effettuato voti con delega, ma la ricostruzione non corrisponde al vero. I voti sono stati tutti palesi, per la maggior parte tramite lo strumento digitale della piattaforma e in pochissimi casi a voce, oltre che con la telecamera accesa”.

In merito al crollo elettorale e di tesserati, il Pd spiega: “Bisognerebbe innanzitutto riconoscere che il partito a livello regionale è ben lontano dal 20%. Bisognerà, con umiltà, ripartire dalla consapevolezza di questo dato e lavorare con la passione e l’impegno di tutti. Nella nostra città inoltre, il Pd ha subito tre scissioni con realtà numericamente importanti e questo è accaduto prima della elezione di Benigni, per essere intellettualmente onesti. Considerato quindi che dalle costole del Pd sono sorte quattro diverse formazioni politiche, il risultato dell’8% era nelle cose, anzi insperato, specie se si trovano porte chiuse ad ogni proposta di alleanza”.

Claudio Benigni è passato da segretario dimissionario a vice della stessa Palestini. Una mossa che ha generato non pochi malumori. “Abbiamo trovato fuori luogo la contestazione perché la nomina dell’esecutivo è una prerogativa del segretario. Una scelta che stava nelle cose e per la stima che la Palestini ha sempre avuto di Benigni, e perché diversamente, non essendo un eletto, sarebbe rimasto fuori dall’Unione”.

La situazione in riviera, nel corso dell’ultima assemblea provinciale, è stata criticata apertamente dal coordinatore provinciale Francesco Ameli. “E’ stato organizzato una sorta di processo in pubblica piazza contro il Pd di San Benedetto. E perché? Perché in buona sostanza avrebbe avuto la temerarietà di sostituire il segretario, seguendo i dettami statutari. Restiamo sconcertati, ma tanto è. Ci preoccupa il fatto che in un’assemblea provinciale non ci sia più il confronto e il dibattito sui temi, venendo meno al suo ruolo principe che è quello di fare politica. Pochissimi interventi e ancor meno le elaborazioni o riflessioni politiche a cui eravamo abituati. Il silenzio o il non rispondere si è poi reiterato quando la segretaria Palestini ha parlato di dirigenti del nostro partito che avrebbero fatto campagna elettorale per un candidato avverso al Partito Democratico, contribuendo alla sua sconfitta”.

L’ultima stoccata, infine, va al segretario del circolo nord Elio Costantini, che sulla stampa aveva espresso disappunto per il comportamento della dirigenza locale. “Siccome Ameli fin dal giorno del suo insediamento ha sempre auspicato che i dibattiti siano all’interno degli organismi e non sulla stampa, ne deduciamo che prenderà presto provvedimenti. Non siamo alla ricerca di rivalse e non vogliamo bruciare la nostra casa, ma la verità deve emergere. Se qualcuno pensa di imporre altro, non lo permetteremo”.

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