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Il ministro Sangiuliano si è dimesso. “Decisione irrevocabile”

Il caso ruota attorno alla figura di Maria Rosaria Boccia e al presunto utilizzo improprio di fondi pubblici legato alla loro relazione
Pubblicato il 6 Settembre 2024

Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha presentato le sue dimissioni irrevocabili alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a seguito dello scandalo legato alla sua relazione con Maria Rosaria Boccia. Le dimissioni sono state annunciate ufficialmente in una lettera alla premier, con la vicenda che ha sollevato forti polemiche politiche e mediatiche negli ultimi giorni. Il nuovo ministro sarà Alessandro Giuli.




Il caso ruota attorno alla figura di Maria Rosaria Boccia e al presunto utilizzo improprio di fondi pubblici legato alla loro relazione. Boccia ha affermato che Sangiuliano fosse sotto ricatto, una tesi che è stata categoricamente smentita dal legale del ministro, l’avvocato Silverio Sica, il quale ha dichiarato che «non ci sono prove che sia stato ricattato» e che questa ipotesi è «esclusa senza dubbio».

Sica ha anche aggiunto che si tratta di una questione privata che è stata politicizzata e ha ribadito che «non sono stati spesi nemmeno un euro di denaro pubblico» per favorire Boccia. La Corte dei Conti del Lazio ha avviato un’istruttoria per verificare se ci siano state violazioni nell’uso dei fondi ministeriali, in particolare per accertare eventuali abusi nell’uso del denaro pubblico. Le indagini saranno coordinate dalla Guardia di Finanza sotto la supervisione del procuratore regionale della Corte dei Conti, Paolo Luigi Rebecchi.

L’intera vicenda ha portato a un crescente clamore politico, con varie forze di opposizione che hanno richiesto le dimissioni del ministro. Alla fine, Sangiuliano ha deciso di lasciare il suo incarico, una mossa che è stata considerata come un tentativo di recuperare libertà di azione e porre fine alle polemiche. Ora spetta a Giorgia Meloni decidere chi sostituirà Sangiuliano nel ruolo di ministro della Cultura, con la necessità di mantenere la stabilità all’interno del ministero durante questa fase di transizione.

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