SAN BENEDETTO DEL TRONTO. L’affondo, l’ennesimo, contro l’amministrazione comunale, che il centrosinistra definisce però “un ulteriore tentativo di un’opposizione ragionevole di segnalare le criticità, nella speranza che si ponga rimedio in tempo”. E il tempo, per Paolo Canducci, Annalisa Marchegiani e Aurora Bottiglieri, è quello del 22 aprile, quando in consiglio approderà il bilancio consuntivo. “Avremmo potuto aspettare l’assise, invece interveniamo prima”, affermano gli esponenti dei Verdi e di Pd-Articolo Uno-Nos.
“La delibera non rispetta le norme del Tuel, in quanto la maggior parte delle somme indicate con destinazione avanzo sono spese correnti ripetitive. L’avanzo non può essere destinato a ciò”. Per i tre membri della minoranza diverse voci rientrerebbero in quella categoria, come il finanziamento del cartellone estivo, delle iniziative di commercio, sport e turismo, dei kit scuola, della manutenzione del Centro Primavera e dell’agevolazione Tari. “Non possono essere coperte dall’avanzo e comunque, anche se fosse spesa corrente a carattere non permanente, andrebbe destinata solo dopo la verifica della salvaguardia, non oggi”.
Canducci, Marchegiani e Bottiglieri affermano di voler tendere la mano a Spazzafumo, dal momento che – a loro avviso – sarebbe in atto un mancato presidio politico e tecnico di questo bilancio.
“Non c’è trasparenza”, rincara la Marchegiani. “In base a quello che emergerà sabato ci comporteremo di conseguenza. Il bilancio non rispetta l’articolo 187 del Tuel e non escludiamo una segnalazione alla Corte dei Conti”.
Sulla stessa lunghezza d’onda la Bottiglieri: “C’è una mistificazione dei dati. Un’altra anomalia, infatti, è legata al fatto che non risulta l’asseverazione sul rapporto debiti-crediti delle partecipate”. Quindi l’accusa al primo cittadino: “A lui avevo fornito l’appoggio alle elezioni, ma in virtù dello scenario attuale è stato un errore. Non sono state realizzate le opere pubbliche promesse, da piazza Montebello a piazza Pazienza, passando per piazza Ancona. Per non parlare del caso Ballarin”.