GROTTAMMARE. “Troppi consiglieri delegati che si comportano come assessori”. E’ la denuncia dei gruppi consiliari grottammaresi di Fratelli d’Italia e Grottammare C’è. Parlano di “esercizio arrogante e prevaricante del potere” riferendosi al fatto che “consiglieri comunali di maggioranza che si comportano da assessori con la scusa di aver ricevuto una delega (su una specifica materia) che invece gli consente solo di essere “consulenti del Sindaco” e non anche di farne le veci nell’attività amministrativa del Comune”.
“A Grottammare – affermano – invece è successo che il Sindaco Rocchi, oltre agli Assessori, ha distribuito deleghe anche ai consiglieri comunali. Fin qui tutto nella norma, si dirà, perché magari ne avrà date una o due, giusto per quell’aiuto specifico di cui si parlava sopra. No, egli ne ha distribuite ben 8 sui più disparati argomenti, per esempio: iniziative culturali, oppure decoro urbano e beni comuni. Ma fermiamoci un momento e guardiamo le deleghe date agli assessori: opere pubbliche, crescita culturale e accoglienza turistica, cura del territorio e sicurezza”.
Una scelta che per i due gruppi di opposizione rappresentano la “necessità di aiuto” da parte di Rocchi. “Lo capiamo, tanto da avere delegato gli stessi argomenti sia agli assessori, sia ai consiglieri. Ora, le cose sono due: o non si fida pienamente degli assessori da lui scelti, e ha dunque necessità di uno speciale consulente che gli controlli l’operato dell’assessore, oppure gli assessori (cinque persone) lavorano così poco che il Sindaco ha necessità di altre figure (ben otto) che lavorino da “vice-assessori”.
“Quella del vice-assessore però non è una figura prevista dal nostro ordinamento, tanto che, come si spiegava prima, il ruolo di consigliere delegato non assomiglia neanche lontanamente a quello dell’assessore. Rimane infatti intatta la distinzione tra potere esecutivo (assessore) e potere di indirizzo e controllo (consigliere)”.
Per quanto riguarda Grottammare i due gruppi parlano invece di “innovazioni” alla legge, “I consiglieri delegati (ovviamente selezionati tra coloro che sostengono il Sindaco) allegherebbero documenti alle lettere ordinarie inviate dagli uffici, organizzerebbero incontri utilizzando i mezzi riservati alla comunicazione istituzionale. Addirittura durante il Consiglio Comunale rispondono alle interrogazioni al posto degli assessori; in altre occasioni avrebbero dato dirette indicazioni ai funzionari. Insomma, forti di quella delega assegnata loro dal Sindaco, travalicherebbero le loro competenze e si comporterebbero da vice-assessori, creando un forte squilibrio tra le forze e le prerogative del consiglio comunale, e tentando di comprimere ancor di più il ruolo dei consiglieri di minoranza”.
“È necessario fare chiarezza su chi può fare cosa. Il Consiglio Comunale è costituito da 16 Consiglieri più il Sindaco Alessandro Rocchi. Tra i 16, alcuni, la maggior parte, sostiene il primo cittadino, e formano dunque la cosiddetta maggioranza; gli altri costituiscono la minoranza. Il Consiglio è l’organo di indirizzo e controllo del Comune. Poi ci sono cinque Assessori Comunali (ciascuno con delle deleghe, firmate da Rocchi, su specifiche materie) che, insieme al Sindaco, formano la Giunta Comunale: il vero e proprio organo di Governo della città”.
“Come si vede c’è un certo equilibrio tra chi è preposto a fare e chi invece ha il compito di indirizzare e controllare. Inoltre, la legge prevede che il Sindaco possa avvalersi dei Consiglieri Comunali per avere un aiuto consulenziale su determinati argomenti, magari quelli nei quali il primo cittadino è meno versato. Per esempio se io sindaco so che tra i banchi della maggioranza siede un bravo commercialista, posso selezionarlo per farmi consigliare sui temi del bilancio. Oppure ancora se è stato eletto tra le file della maggioranza un brillante ingegnere, posso chiedergli, ufficialmente, consiglio e consulenza su precisi argomenti relativi, per esempio, a una opera pubblica. Ora, se tali metodi prevaricatori sono stati tollerati in passato da chi sedeva tra i banchi della minoranza, oggi non lo saranno più”.
“Sin dall’inizio del mandato abbiamo segnalato questa singolarità, più volte, in modo bonario. Vista però l’indolenza del Sindaco anche solo nel dare una risposta o un segnale soddisfacente, ci vediamo costretti a coinvolgere il Prefetto di Ascoli Piceno, organo competente, affinché si ripristini la correttezza amministrativa e, di conseguenza, si riequilibrino le forze democratiche in Consiglio”.