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Grottammare, la denuncia choc degli operatori turistici: “A luglio 30 per cento in meno di presenze”

Nasce una consulta tra albergatori e concessionari di spiaggia. Insieme denunciano le criticità: "Cattiva gestione del divieto di balneazione. Non ci sono margini ma chi comanda ci scambia per un bancomat"
Pubblicato il 29 Agosto 2024

GROTTAMMARE. Balneari e albergatori insieme, a Grottammare, per una consulta sul turismo. E’ il progetto presentato questa mattina da un gruppo di operatori turistici composti da Umberto Scartozzi, Filippo Olivieri, Ilenia Illuminati, Riccardo Marconi, Anna Isita e Gioacchino Voltattorni. “Un gruppo – spiega Scartozzi – che ha anche la finalità di denunciare le criticità”.




Criticità che hanno interessato l’estate 2024 a partire dal divieto di balneazione dei giorni scorsi: “Una pioggia anomala non può cancellare tanti anni di bandiera blu. Se è successo è evidentemente qualcosa di anomalo. Caspico che, essendoci di mezzo la salute, non si poteva temporeggiare nella comunicazione dell’ordinanza di divieto. Ma non si doveva neppure attendere tutto quel tempo per ripristinare la situazione. Sono stati necessari due giorni per i nuovi prelievi e poi un’attesa di ulteriori 36 ore per conoscere i risultati e riaprire alla balneazione”.

Per Scartozzi “il comune avrebbe dovuto comunicare subito la situazione agli operatori spiegando quelle che sarebbero state le tempistiche e i motivi di questo problema. Il risultato è stato che le persone che erano qui hanno recepito il messaggio che il mare a Grottammare è inquinato e sono tornati a casa con la consapevolezza di questa situazione. Ed è una cattiva pubblicità”.

L’impressione degli operatori sulla prima parte di estate è pesante: “Il calo che i nostri alberghi hanno registrato – hanno affermato gli addetti ai lavori della consulta – nel mese di luglio si attesta almeno sul 30 per cento. Con la storia della mucillagine abbiamo avuto mancate prenotazioni e disdette”.

Ma le critiche non sono solo queste. Si va dalla tassazione legata ai rifiuti con la denuncia di Riccardo Marconi dell’omonimo hotel che ha spiegato di “pagare 45mila euro per un mese e mezzo di vero lavoro” fino all’assenza di bagni pubblici nella zona del Paese Alto: “Un turista che ha problemi non può stare due ore nel borgo a meno che non vada in un bar o in un ristorante” hanno affermato. Ma anche la tassazione con cifre che vengono descritte come insostenibili: “Io – ha spiegato Riccardo Marconi dell’omonimo hotel –  pago 45mila euro di rifiuti per lavorare, di fatto, un mese e mezzo due al massimo”.

A confermare la tendenza è Filippo Olivieri, titolare del Parco dei Principi. “Ora il turismo viene visto come un bancomat – ha affermato -. Non si può aumentare tari del 17 per cento in due anni, non si può aumentare l’Imu quando sanno che le utenze aumentano ogni anno. Stiamo soffocando. I margini non ci sono anche perché a Grottammare le tariffe non sono alte. I turisti non arrivano perché non c’è una programmazione definita. A Grottammare e a San Benedetto arriviamo a giugno prima di poter conoscere un calendario completo che invece dovrebbe essere reso noto e comunicato a gennaio in Italia e all’estero”.

Olivieri insistono: “Tutti lamentano che non esistono alberghi a 5 stelle. Invece ci sono strutture che le meriterebbero le 5 stelle ma come fanno poi a sostenere le spese di una certificazione del genere quando le persone che potrebbero permettersi di usufruire di strutture del genere non vengono perché questa zona non ha nulla per attirarle. Non esistono iniziative “grandi” che si ripetono ogni anno, non abbiamo parchi a tema. Non esistono eventi attrattivi che caratterizzino il territorio e quell’evento non può essere il Cabaret Amoremio. San Benedetto e Grottammare dovrebbero”.