SAN BENEDETTO – Se la vendetta è un piatto da servire freddo, Gaspari il suo l’ha fatto raffreddare per sette anni attendendo fino ad oggi per servirla al presidente Marini Marini. “La Fondazione Carisap esprime una cultura cieca, con un direttivo inadeguato, che ha sperperato le risorse e si è dimostrato incapace di comprendere i bisogni del territorio”.
Parole arrivate dal sindaco Gaspari nella conferenza di fine anno che solitamente viene riservata a bilanci e programmi. Alla vigilia del capodanno nulla di tutto questo, bensì un attacco diretto, senza se e senza ma, verso la Fondazione ascolana e al suo vertice rappresentato da Vincenzo Marini Marini.
“Non vogliamo avere nulla a che fare con il vertice della Fondazione Carisap. Ci hanno chiesto di stilare delle priorità da inserire nel loro piano pluriennale ma noi abbiamo risposto con tanto di ironia. Si è rivelato un ente completamente inadeguato e una palla al piede per il territorio”.
Quale il motivo scatenante di tanto astio?
L’uscita della Fondazione dal Consorzio universitario piceno, nel quale partecipava con una cifra annua di150mila euro. O almeno è questa la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Un vaso colmo dal 2006 o meglio dal 2010 quando la Fondazione disse un sonoro “no” alla grande opera da realizzare a San Benedetto.
“La Fondazione ha commesso un crimine abbandonando il Cup- ha dichiarato Gaspari- un consorzio nel quale con grande difficoltà il nostro Comune sta con 800mila euro annui, il Comune di Ascoli con 2milioni e con un milione e la Carifermo con 1.250.000 euro. Non hanno saputo far altro che sperperare il denaro finanziando la visita dell’esperto internazionale di turismo Josep Eiarque al Ventidio Basso, così il progetto Restart e la stessa gestione del Caffé Meletti. Chiedo ufficialmente un monitoraggio dettagliato su come vengono impiegate le risorse della Fondazione”.
Critiche al vetriolo, di fronte alle quali viene da chiedersi quanto abbia incido lo scontro doloroso che nel 2010 pose fine al rapporto tra il Comune rivierasco e la Fondazione che finì per ritirare il finanziamento da 20milioni di euro per la grande opera e dirottarlo su Grottammare.
“Non parlo per rancore- risponde il sindaco- la grande opera, se mai sarà realizzata, sarà a Grattammare e per me non fa differenza, ma ormai la misura è colma”.
Se da una parte quello che parla è un Gaspari con una ferita ancora aperta, dall’altro sembra proprio di trovarsi di fronte a un ordine di scuderia puntualmente assolto. Le parole del primo cittadino sambenedettese, infatti, ricalcano fedelmente il pensiero dell’onorevole Luciano Agostini che ha più volte bacchettato la Fondazione soprattutto nella vicenda Carbon.