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Fuori Roma racconta Castelli: “Politico fluido che scalpita. Dicono che tifi Samb”. VIDEO

Faraotti: "Ascoli chiede e non restituisce". Focus su terremoto, tifo di destra e crisi della Carbon
Pubblicato il 9 Maggio 2017

ASCOLI PICENO – Una città paralizzata e conservatrice, un sindaco abile e ambizioso, una sinistra in profonda ed eterna crisi. “Fuori Roma” racconta Ascoli, nei suoi pregi, i suoi difetti, i suoi vizi e le sue virtù.

Nell’ennesimo appuntamento del lunedì sera che mette al centro la provincia italiana, Concita De Gregorio si tuffa nell’isola nera immersa in una regione rossa e clericale.

Castelli si proclama più a sinistra della sinistra locale, mentre il capogruppo del Pd Francesco Ameli riconosce l’impalpabilità e la stanchezza dei democratici, nel 2014 incapaci persino di rinviare al ballottaggio il trionfo del primo cittadino.

“Castelli scalpita, ha modi accoglienti”, dice la De Gregorio. “Ha un profilo politico fluido, lo si vede spesso discutere in tv, a fine mandato non gli dispiacerebbe un incarico a Roma. La più infamante delle accuse che gli muovono sottovoce è di essere tifoso della Sambenedettese. Lui smentisce fieramente e va allo stadio in bicicletta. A maggior gloria della squadra sta costruendo la nuova tribuna. Si leva flebile la voce della sinistra che dice che pensa prima allo stadio che a mettere in sicurezza le case dei terremotati”.

La storia politica di Ascoli è poco conosciuta ma fortemente connessa a quella del Paese. Negli anni settanta sotto le logge di piazza del Popolo “rossi e neri” si scontravano.

Non si può non accennare al terremoto (circa mille famiglie tutt’oggi fuori casa e ancora 600 richieste di verifica), al tifo calcistico in mano alla destra, alle macerie della Carbon e al mondo dell’industria fuggito via. “Ascoli chiede e non restituisce – confida l’imprenditore Battista Faraotti – circola poco denaro e lo spirito è conservatore. Per molti i soldi è meglio tenerli sotto il cuscino che metterli in un’impresa”.

A raccontare Ascoli anche il musicista Saturnino Celani, l’attore Neri Marcorè e il regista Giuseppe Piccioni, che accusa Castelli di non avergli dato la possibilità di girare il suo ultimo film in città. “Non ho niente contro di lui – si difende – non c’erano soldi, ne approfitto per scusarmi”.

Per rivedere la puntata clicca QUI.

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