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Fermo pesca, lo sfogo di Urbinati: “Assurdo l’immobilismo del Ministero”

Pubblicato il 23 Giugno 2014

SAN BENEDETTO – L’ira di Urbinati per il fermo pesca. Tuona contro il Governo l’assessore alle pesca sambenedettese. Più precisamente contro le decisioni, o meglio, le non decisioni prese sul prossimo fermo biologico dal ministero dell’agricoltura e della pesca. Questo perché, dopo un anno trascorso ad inviare documentazioni sul nuovo piano di gestione della pesca che si pone l’obiettivo di sostituire il vecchio provvedimento, scientificamente etichettato come inutile, alla vigilia dell’estate viene fuori che nulla, a Roma, è stato firmato e che proprio questa mattina, negli uffici della direzione generale della Pesca, si rischia di assistere al via libera ad un provvedimento fotocopia di quelli che hanno caratterizzato gli ultimi cinque lustri.

“Mi sembra assurdo che un Governo in grado di riformare il Senato in sei mesi non riesca a dare risposte ad un piano di gestione documentato e portato all’attenzione degli addetti ai lavori da tempo – spiega Urbinati –. Riproporre il vecchio fermo biologico significa spalancare le porte, ancora una volta, al prodotto di importazione penalizzando fortemente la nostra economia”. L’appello è tutto per il ministro Maurizio Martina: “Mi auguro che il Presidente del Consiglio Renzi venga a conoscenza di quello che stanno facendo in quel ministero” prosegue Urbinati che sottolinea come, un Comune non abbia alcun potere in merito ma soltanto il peso politico di “una città tra le più importanti, a livello nazionale, per quanto riguarda l’economia peschereccia”.

Al fianco di Urbinati c’è Pierfrancesco Morganti, consigliere comunale che alla fine di marzo aveva portato all’attenzione del consiglio un documento firmato dalle varie componenti della marineria e dalle associazioni di categoria: “Un documento approvato dal consiglio e, da mesi, presentato a Roma, nel quale si spiega nel dettaglio come il fermo biologico, così come è stato portato avanti fino ad oggi, non tuteli la fauna ittica e penalizzi commercio e ristorazione”. Urbinati invita le parti in causa ad assumersi le proprie responsabilità: “Lo dico senza paura – spiega l’assessore -. La situazione è incredibile. Le associazioni di categoria principali della pesca hanno ai vertici le stesse persone che le comandavano 35 anni fa quando eravamo praticamente in un’altra epoca”.

Ma l’ira dell’assessore è anche per la gestione della pesca in generale: “E’ di chiamare le cose con il loro nome – afferma – e non è possibile assistere impotenti a decisioni prese non dal Governo ma da una cosa chiamata ‘Parlamentino della Pesca’ che ancora non ho capito bene cosa sia. Eì il Governo che deve legiferare e non un parlamentino”.

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