Disponibile al bis. Giorgio Fede guarda già alle elezioni del 25 settembre e non esclude una ricandidatura. Coordinatore regionale dei Cinque Stelle, il senatore sambenedettese può vantarsi di aver scalato diverse posizioni negli anni all’interno del Movimento, anche se con la riduzione dei parlamentari la strada si fa per tutti in salita.
“Io sono a disposizione, svolgerò il mio lavoro fino all’ultimo giorno utile. Se mi ricandiderò e verrò rieletto bene, altrimenti tornerò al mio lavoro. Vedremo cosa accadrà, bisognerà capire anche come sarà la composizione delle liste, sarà una novità per tutti”.
Fede non appare comunque allarmato: “Non campo di politica, l’ho sempre vissuta come un servizio, non come un mestiere. Credo comunque di aver accumulato esperienza e di aver portato a casa provvedimenti importanti. Penso sia stata la legislatura più complessa di sempre, tra crolli di infrastrutture, pandemia, guerra, crisi. Questo non sopravvaluta il mio lavoro, ma siamo stati costretti a compiere scelte difficili”.
Quasi cinque anni di mandato, con l’adesione a ben tre governi. “Abbiamo ricevuto critiche di pancia, ci dicevano che saremmo andati a casa subito”, ribatte Fede. “Le maggioranze si formano in Parlamento, abbiamo avuto partner inaffidabili, ma abbiamo sempre lavorato con trasparenza e responsabilità”.
L’ultimo esecutivo, quello a guida Draghi, è tuttavia evaporato a causa dei mal di pancia dei Cinque Stelle. Il senatore però, non concorda: “Draghi è stato scaricato? Sì, dalla destra, non da noi. Siamo stati corretti, leali, abbiamo fatto richieste concrete, non abbiamo chiesto ministeri, poltrone. Abbiamo fatto il nostro lavoro, segnalando le criticità, ma abbiamo ricevuto risposte inaccettabili e abbiamo agito di conseguenza. In una famiglia se ci sono problemi si segnalano con lealtà, non abbiamo mai ricevuto risposte e abbiamo capito che non eravamo più graditi”.