SAN BENEDETTO DEL TRONTO. La vicenda Giambruno diventa un caso politico e ad alimentarlo ci pensa Giorgio Fede, che va all’attacco del compagno di Giorgia Meloni, giornalista e conduttore su Rete di “Diario del giorno”.
“Hai tutto il diritto di ubriacarti, non deve esserci fraintendimento, ma se eviti di ubriacarti e di perdere i sensi, eviti di incorrere in determinate problematiche, perché poi rischi che il lupo lo trovi”, aveva affermato Giambruno in relazione ai tempi degli stupri.
“Ho una figlia e pretendo che possa uscire liberamente, anche in minigonna o pantaloncini se lo gradisce, senza che qualcuno si senta in diritto di sfiorarla”, ribatte Fede. “Senza che qualcuno si arroghi il diritto di affermare che “se la sia cercata”. Pretendo di vivere in un Paese che difende a priori chi è vittima di violenza, fisica e non. Pretendo di vivere in un Paese in cui non si dica “è vittima ma….”. Non c’è un “ma”, non possono esistere attenuanti alla violenza e alla barbarie di certi gesti. Non può esserci attenuante alla diseducazione, che porta giovani e meno giovani a credere di essere dei veri “tosti” ad abusare di ragazze e donne. Sono un padre e certe affermazioni non me le sarei proprio aspettate da un altro padre di una bambina, come Giambruno”.
Il deputato dei Cinque Stelle prosegue: “Sono un padre, e ritengo che ancor più grave sia il silenzio di una madre, la signora Meloni che avrebbe dovuto dare un segnale chiaro: se sei donna e sei vittima di una qualsiasi forma di violenza verbale fisica o economica non è colpa tua. E invece niente. Neanche a Caivano, dove è andata a promettere tante belle cose, ha preso le distanze dalle parole indegne del suo fidanzato. Questo silenzio è complice”.