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Elezioni ad Ascoli, la versione di Camela: “Da Fioravanti mi aspettavo più autorevolezza”

L'ex Udc oggi ha fornito la propria versione dei fatti sulla mancata candidatura: "Mi sembra che le lista siano state costruite su misura dei rispettivi proponenti"
Pubblicato il 23 Maggio 2024

ASCOLI PICENO. Il dado è tratto ma la nota vicenda delle esclusioni di Camela e Viscione dalla Lega continuano ad alimentare perplessità. In data odierna è stato l’ex Udc a raccontare come sono andate le cose dal suo punto di vista. “Tutto inizia nell’aprile 2023 – sostiene Camela -, quando sono stato contattato dal sindaco. In realtà non pensavo minimamente ad un impegno in queste elezioni, considerando chiuso il mio ciclo dopo 30 anni di politica. Fioravanti, nel cercare di migliorare la sua squadra, così mi aveva chiesto disponibilità inserendomi nella lista di Fratelli d’Italia o in quella del sindaco. Proposta accettata dopo alcune riflessioni. Successivamente poi alcuni esponenti di Forza Italia e Lega mi avevano incontrato per propormi di inserirmi nelle rispettive liste. Col tempo però ho percepito che Fioravanti avesse delle difficoltà in relazione alla mia candidatura. Tutto di fatto si è concretizzato quando mi è stato chiesto di non presentarmi e di dare un sostegno dall’esterno».

Tutto lo scenario è poi venuto a complicarsi inesorabilmente al momento del dunque. «Facendo veicolare via whatsapp il mio santino dopo essere stato contattato per entrare nella lista Forza Ascoli, ottenendo il simbolo, si è poi scatenato il putiferio – continua -. A questo punto il sindaco ha favorito l’intervento del comitato dei saggi composto da Cappelli, Ramazzotti e Rozzi che di fatto hanno posto il veto sulla mia candidatura, oltre a quelle di Viscione e Origlia. Di recente poi la Lega, in virtù di un accordo stretto con l’Udc, aveva reso disponibili due posti per accogliere Viscione e me. E qui il sindaco è intervenuto di nuovo rendendo inefficaci gli interventi nazionali che avevano sposato la causa con l’intercessione del presidente della regione Acquaroli. Credo che in questa vicenda Fioravanti non abbia esercitato l’autorevolezza di cui dispone. Inoltre la sensazione è stata che le liste fossero state costruite su misura dei rispettivi proponenti. Tutta questa storia alla resa dei conti ha risvegliato in me la voglia di riprendere l’attività politica con vigore e convinzione a favore della comunità».