SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La Regione promise che le sabbie del porto di San Benedetto avrebbero trovato posto nelle Marche ma lo fece solo a parole. Non esiste infatti alcun documento scritto nel quale sia stato messo, nero su bianco, un accordo in merito. Ed è per questo motivo che oggi nessuno può impugnare alcunché di fronte all’estromissione del porto di San Benedetto dal piano stilato dall’attuale amministrazione regionale e dall’assessore ai porti Anna Casini.
L’amministrazione comunale, all’epoca capeggiata da Giovanni Gaspari, non siglò infatti nessun accordo con chi chiese alla città di realizzare una vasca di colmata appositamente al fine di ospitare i fanghi dragati dal porto di Senigallia promettendo che, in caso di necessità, le sabbie di San Benedetto avrebbero trovato un sito dove essere stoccate. Un sorta di patto tra gentiluomini tra il comune e la Regione, capeggiata all’epoca da Gian Mario Spacca, con al centro la sicurezza dei marittimi e delle imbarcazioni. La storia attuale insegna che quel patto non è stato onorato. Il porto di San Benedetto non può essere dragato malgrado le risorse economiche necessarie all’intervento siano disponibili.