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Disabilità, Torquati tuona: “La spiaggia libera è una foglia di fico. Quasi tutta la città non rispetta la legge”

L'ex assessore dopo il plauso di tre associazioni allo spazio inaugurato nei giorni scorsi
Pubblicato il 8 Luglio 2021

Nazzareno Torquati torna all’attacco sulle politiche dedicate ai disabili nella città di San Benedetto. Lo fa prendendo spunto dalla notizia che tre organizzazioni hanno espresso il loro consenso alla spiaggia libera dedicata ai disabili. “Non sono giustificabili – spiega Torquati – le tre organizzazioni di tutela delle persone con disabilità, spina bifida paraplegia e non vedenti, che hanno legittimato gli interventi spot dell’ amministrazione comunale su una problematica, che è stata più volte e da anni denunciata e portata alla pubblica attenzione anche tramite servizi giornalistici  e della Consulta della disabilità”.

“Si continuano a realizzare interventi spot – spiega – senza affrontare il problema alla radice e a nascondersi con una foglia di fico rappresentata dalla spiaggia libera accessibile che diventa un ghetto simile ad una dog beach, o al semaforo per non vedenti a metà lungomare ed in prossimità dell’ hotel Bolivar dichiaratosi accessibile . Hotel che non va giudicato come un evento eccezionale ma come normalità rispetto alla legge sulla disabilità n. 13 del 9 gennaio 1989. Legge non rispettata dalla quasi totalità degli hotel della città. Il caso della fruibilità della spiaggia non è casuale, in quanto sono evidenti le trasgressioni alle leggi sopra richiamate come la mancanza nel Comune di San Benedetto del Tronto del PEBA-Piano Eliminazione Barriere Architettoniche,  con una legge in vigore dal 1986, con l’articolo 32, comma 21, della legge n. 41, e integrati con l’articolo 24, comma 9, della legge 104 del 1992, che ne ha esteso l’ambito agli spazi urbani. Sono tantissimi i marciapiedi privi di scivoli”.

Ancora più grave secondo l’ex assessore, è la “totale mancanza di accessibilità nell’80% dei  negozi che quasi totalmente hanno effettuato modifiche strutturali e pertanto obbligati a rendere accessibile l’entrata alle persone con  disabilità motorie o sensoriali.  Da qui si evince la grave mancanza di controlli del Comune e dei funzionari preposti e la mancata efficacia delle organizzazioni di tutela che hanno determinato la discriminazione sulla disabilità.  Questo ci racconta una complicità delle amministrazioni pubbliche a favore degli esercenti che colpevolmente ignorano la legge e i bisogni delle persone con disabilità. Quindi trovo perlomeno singolare che le associazioni sostengano questo stato di cose. Solo con una attività robusta e incisiva di denuncia agli organi competenti e di proposte si riuscirà a realizzare una uguaglianza di trattamento e ad eliminare la discriminazione alla quale si è sottoposti”.

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