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Dipendente a processo, De Vecchis si rivolge alla Procura: “Il Comune non si costituisce parte civile. Manca la politica”

Contestazione ribadita in consiglio comunale attraverso un'interrogazione: "Non è stato ascoltato il parere di un legale esterno". Spazzafumo: "La giunta ha inteso circoscrivere le azioni in altre sedi giurisprudenziali"
Pubblicato il 23 Aprile 2024

SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Giorgio De Vecchis si scaglia contro la decisione dell’ente di cercare vie alternative alla costituzione di parte civile nel procedimento a carico di un dirigente comunale.

Una contestazione ribadita in consiglio comunale attraverso un’interrogazione. “Questa amministrazione non si costituisce parte civile nonostante il parere favorevole di un legale esterno”, afferma l’esponente del gruppo misto che fa riferimento alle osservazioni dell’avvocato Alessandro Lucchetti del Foro di Ancona. “Appare auspicabile – dichiara il legale nella sua nota – che il Comune proceda alla tutela delle proprie ragioni, patrimoniali ed extra-patrimoniali, nei confronti del dipendente in questione”.

Una posizione sostenuta pure dal segretario generale Stefano Zanieri, come evidenzia lo stesso De Vecchis: “Sosteneva che era doveroso valutare la migliore tutela degli interessi del Comune e ricordava che è pendente nei confronti del medesimo dipendente un procedimento di responsabilità amministrativa per danno erariale dinanzi alla Corte dei Conti allo stato ancora in fase di indagine istruttoria. Perché allora questo comportamento? La risposta è semplice: è mancata la politica. Il procedimento penale fa il suo corso, è vero, ma la politica si esprime, giudica, valuta i comportamenti per l’andamento della buona amministrazione”.

Come detto, la vicenda riguarda la dirigente del Municipio che ha ricoperto il ruolo di presidente della società partecipata di raccolta e smaltimento di rifiuti percependo l’indennità dell’incarico malgrado il suo ruolo in Comune. Alla luce di questa situazione è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio e il sequestro preventivo della somma di 41 mila euro dopo l’esposto del sindaco di San Benedetto.

Quest’ultimo ha quindi motivato la condotta dell’ente: “Si è deciso di non esercitare la facoltà di costituirsi parte civile perché il processo penale non è l’unica e idonea sede per la tutela del Comune. La giunta ha inteso circoscrivere le azioni in altre sedi giurisprudenziali, come il giudice contabile e il giudice civile. In merito ai possibili reati di peculato, abbiamo piena fiducia nella magistratura e ci rimettiamo alla decisione del giudice penale”.

De Vecchis, nella replica, ha inoltre accennato a dei giudizi che il primo cittadino avrebbe avanzato nel corso di riunioni interne: “Sembra che abbia detto di essersi pentito di aver presentato un esposto e che sarei stato io a fare un tranello. Provvederò ad esporre tutto questo materiale alla Procura della Repubblica”.

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