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Dehors, Marini al sindaco: “Turismo religioso? San Benedetto non è Santiago. A rischio investimenti e posti di lavoro”

Il rappresentante degli esercenti critica le dichiarazioni di Pasqualino Piunti, richiamando l’attenzione sulle richieste delle attività commerciali: “Bisogna puntare sull’esistente, qui in odore di santità c’è soltanto la pazienza dei sambenedettesi”
Pubblicato il 18 Gennaio 2019

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il presidente della FIEPeT (Federazione Italiana Esercenti Pubblici e Turistici) Alessandro Marini ha risposto questa mattina alle ultime dichiarazioni del Sindaco Pasqualino Piunti, riguardanti la necessità di puntare sul turismo religioso a San Benedetto. Il comunicato riapre il dibattito sul futuro dei dehors delle attività cittadine, i quali rischiano di scomparire a causa del nuovo regolamento di occupazione del suolo pubblico. “Nel pieno della questione dehors” – attacca Marini – “che rischia di mandare in fumo migliaia di investimenti e decine di posti di lavoro e mentre i commercianti lamentano la scarsa attrattivita di questa sempre più sventurata città priva di una qualsiasi idea di commercio e programmazione turistica (che, detto in soldoni, si traduce in una forte contrazione delle vendite e delle presenze), l’ultima trovata sembra quella di intercettare il cd “turismo religioso”.

“Come se San Benedetto – continua – fosse sulla via di Santiago de Compostela, come se la città avesse davvero bisogno di questo turismo “mordi e fuggi” in mancanza, particolare non da poco, di santuari et similia. Ben comprendo che le associazioni di categoria vengano ormai intese da questa Amministrazione come interlocutori che devono solo ratificare decisioni già prese senza poter apportare una qualsiasi forma di contributo o osservazione, ma commercio e turismo sono le due principali voci della città che vivono l’una in funzione dell’altra: sono due settori in crisi, che si scontrano con costi sempre più alti e redditi sempre più bassi e che avrebbero bisogno di maggiore attenzione e cura, partendo dalla tutela e dalla promozione dell’esistente”. Il rappresentante degli esercenti conclude il suo intervento evidenziando la scarsa vocazione della città per il turismo religioso: “Non siamo Loreto, Campli o Giulianova, solo per citare alcune realtà a noi vicine: qui in odore di santità c’è solo la pazienza dei sambenedettesi tutti di fronte all’immobilismo e alla cecità dell’amministrazione, che sembra aver chiuso ogni ponte di dialogo e ascolto”.

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