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Curzi tradito dalla moto. In Commissione mancano presidente e vice: cronaca di un pomeriggio surreale

Il vicepresidente ritarda e i lavori non cominciano. Lite sull'interpretazione del regolamento. Nuovo tentativo il 14 luglio
Pubblicato il 8 Luglio 2017





SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Tradito dalla sua moto all’altezza di Porto San Giorgio. Marco Curzi deve rimandare per la seconda volta l’elezione a presidente della commissione lavori pubblici, con la particolarità che in entrambi i casi è stato lui stesso a scegliere data e orario delle convocazioni.

Una settimana fa si trattò di un impegno di lavoro, stavolta di “causa di forza maggiore”, come dichiara Catia Talamonti all’inizio dei lavori.

L’esponente socialista (che fa le veci del dimissionario Stefano Muzi) chiama la vice-segretaria generale alle 17.35, molto prima che la sala giunta si riempia: “Sono rimasto a piedi, farò un po’ di ritardo”. La Talamonti allerta subito i presenti, avvisando che Curzi è comunque in arrivo. Appena un minuto dopo le 18, ossia l’orario fissato per la seconda convocazione, l’opposizione mette in campo la sua strategia di pressione.

“Dai, partiamo – esordisce Giorgio De Vecchis – non è corretto farci aspettare. Rispettate il regolamento”. Il nervosismo si taglia col coltello e Carmine Chiodi sbotta: “Il regolamento è un conto, il bon ton un altro”.

Flavia Mandrelli ricorda come in altre occasioni le riunioni fossero partite nonostante l’assenza del presidente. Antimo Di Francesco la stoppa: “Qui mancano presidente e vicepresidente, non è la stessa cosa”. In effetti la situazione non ha precedenti e le interpretazioni fioccano.

“In Consiglio partirebbe immediatamente l’appello – tuona De Vecchis – le commissioni si rifanno alle regole del Consiglio. La prossima volta ritarderò di un’ora e chiederò di non cominciare. Se avviene un imprevisto, è il consigliere anziano a dover prendere in mano la situazione”. A replicargli è ancora la Talamonti: “Questo caso non è disciplinato, avendo Curzi telefonato prima delle 18, credo che possiate aspettarlo. C’è stato un imprevisto. A mio avviso non si applicano pedissequamente le regole dell’assise”.

Il caos è totale e Di Francesco – consigliere anziano, in quanto il più votato alle ultime elezioni – abbandona la stanza e si mette in contatto col segretario Edoardo Antuono. Al suo rientro, il capogruppo del Pd scuote la testa: “Secondo lui non si può partire”.

Finita qui? No, perché nel frattempo la Talamonti si è messa a sfogliare lo statuto sul funzionamento del Consiglio Comunale. Recita l’articolo 26, comma 1: “Per lo svolgimento dei lavori, si applicano alle Commissioni le disposizioni del presente Regolamento relative allo svolgimento dei lavori del Consiglio”.

E’ troppo tardi. La sala si è svuotata. Molti frequentatori della piscina comunale che si erano presentati per valutare il project  abbandonano sconsolati il Municipio.

Una volta arrivato, Curzi si reca immediatamente dal sindaco per scusarsi. Ed è qui che parte il secondo tempo della faccenda.. Opposizione e maggioranza si rimpallano le responsabilità e, aspetto più curioso, tutti mostrano irritazione per non aver potuto avviare i lavori.

Nel corso del lungo diverbio nessuno dei consiglieri ha però proposto di invertire i punti all’ordine del giorno, così da partire con l’illustrazione del progetto del nuovo impianto natatorio. A riprova di come l’appuntamento di venerdì pomeriggio avesse una valenza esclusivamente politica.

Ci si rivedrà venerdì 14 luglio alle 12. “Il project della piscina non verrà discusso nel Consiglio del 19”, rassicura l’assessore Assenti. “Abbiamo tutto il tempo per effettuare i passaggi necessari”.



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