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Crisi Provincia, Barlocci e Tonelli rispondono a Loggi: “Non ha saputo scindere il ruolo di presidente con quello di candidato a Monteprandone”

I due consiglieri: "Non sapevamo nulla della convocazione alla Corte dei Conti e soprattutto nessuno ci ha detto nulla relativamente ai contenuti emersi durante quell'incontro"
Pubblicato il 6 Maggio 2024

ASCOLI PICENO. “Non solo non sapevamo della convocazione alla Corte dei Conti del 10 aprile 2024, ma non siamo mai stati informati dei contenuti emersi durante quella riunione che, secondo le dichiarazioni del Presidente dimissionario , è durata ben 3 ore”. Lo affermano i consiglieri provinciali Luciana Barlocci e Daniele Tonelli in replica alle dichiarazioni del presidente della Provincia dimissionario Sergio Loggi.

“Eppure – affermano i due – ci sarebbe stato da informare il Consiglio tutto,  visto le enormità di eccezioni sollevate che abbiamo avuto modo di appurare  solo dopo la comunicazione di “dissesto” pervenutaci il 29 Aprile 2024. Siamo venuti a conoscenza dell’incontro e di certo non del contenuto, casualmente pochi giorni prima durante la maggioranza del 27 Aprile – meno di  48 ore prima del Consiglio Provinciale – e abbiamo chiesto ripetutamente dei chiarimenti. Nonostante le nostre domande , non ci è stata fornita alcuna spiegazione, ed il Presidente sembrava non manifestare alcuna preoccupazione per il futuro  dell’Ente. E allora, ci dica il presidente chi ha informato e perché tutta questo silenzio? Forse  qualche altro Consigliere sapeva e oggi difende l’indifendibile?”

Barlocci e Tonelli parlano, a questo punto, di discriminazioni tra i consiglieri: “Se così fosse – affermano – c’è da pensare che il Presidente non ci ritenga abbastanza  degni di essere suoi interlocutori e che abbia , a sua discrezionalità formato  la lista dei consiglieri di serie A e di serie B. D’altronde non ci è sfuggito nemmeno  lo scherno a cui siamo stati sottoposti,  per aver creato il  gruppo Misto e aver portato avanti con determinazione le istanze che, nonostante le reiterate segnalazioni , non erano state prese sufficientemente in considerazione. Noi , avendo ricevuto   le deleghe in due settori strategici e complessi   come quello della Viabilità e dell’ Edilizia Scolastica, abbiamo  sempre operato con abnegazione e serietà, come testimoniato dai nostri settori, dai Sindaci, dai tecnici e dai Dirigenti Scolastici a cui abbiamo fornito tutto il supporto possibile. Loggi può smentirci su questo  o affermare per se stesso    di aver operato con la stessa sollecitudine Non ci interessa e non compete a noi entrare nei meccanismi e nelle digressioni riguardanti il suo rapporto con il Partito Democratico”.

I due consiglieri citano anche le elezioni a Monteprandone in cui Loggi è candidato per il secondo mandato da primo cittadino: “Quelle elezioni hanno fortemente caratterizzato il percorso del Presidente dimissionario – spiegano – che in più di un caso non ha scisso i due ruoli e  ha trascinato in una “querelle” intestina del paese che governa. Anche l’Ente Provincia che di tutto aveva necessità, meno che di un presidente a mezzo servizio perché troppo impegnato nella prosecuzione e la riconferma del suo mandato. Dice bene che quando siamo stati eletti sapevamo delle difficoltà in cui versava la Provincia di Ascoli Piceno. Nel dicembre 2021,  eravamo pienamente consapevoli della situazione dell’Ente ,  delle difficoltà che avremmo affrontato e delle responsabilità che avremmo assunto per il bene del terrirorio. Tutto con il nostro tempo e  a nostre spese, senza alcun rimborso,  a differenza del Presidente”.

“Non intendiamo rimanere in silenzio di fronte a tali comportamenti. La nostra determinazione nel difendere gli interessi della Provincia è più forte che mai – spiegano -. Nessuno può permettersi di dire che eravamo al corrente di quanto stesse accadendo alla Corte dei Conti e soprattutto non può farlo Sergio Loggi. Siamo disposti a prendere decisioni drastiche come confermare le dimissioni preannunciate via PEC, se riterremo  che sia nell’interesse della comunità e se la situazione lo richiede. Siamo orientati verso l’azione e la responsabilità, piuttosto che legati a posizioni di potere o a dinamiche preesistenti all’interno del Consiglio”.

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