di Massimo Falcioni
SAN BENEDETTO DEL TRONTO. “Io e Martina De Renzis usciamo dalla maggioranza”. L’annuncio di Umberto Pasquali arriva, a sorpresa, in consiglio comunale, pochi secondi dopo la comunicazione, da parte del sindaco Spazzafumo, della revoca della nomina ad assessore di Bruno Gabrielli.
“Questo non vuol dire che non si possa appoggiare la maggioranza su singoli punti”, prosegue l’esponente del gruppo misto. “Da questo momento daremo l’appoggio esterno”.
I lavori proseguono e l’assessore alle finanze, Domenico Pellei, prende la parola nell’ambito delle variazioni di bilancio. Ma a quel punto è Paolo Canducci a riaccendere i fari sulla crisi dell’amministrazione: “Capisco il desiderio di voler far andare avanti la giostra senza far finta di nulla, tuttavia dentro la sala c’è un elefante che fate finta di non vedere. Pasquali ha parlato di uscita dalla maggioranza. Sindaco, lei non ha più i numeri. Mi aspetto che intervenga per spiegare la situazione, altrimenti si dimetta. Ci spieghi come vuole andare avanti. E’ possibile, a questo punto, che importanti delibere non passino”.
Preoccupazione viene espressa anche da Giorgio De Vecchis: “Dignità vorrebbe che il sindaco prendesse atto della situazione. Le dimissioni non sono definitive, può sempre ritirarle, ha venti giorni. Ma significherebbe prendere coscienza della crisi e avere rispetto per la città. Il suo attaccamento alla poltrona stupisce. La vostra è una crisi che parte da lontano, avete dimostrato risultati scarsi. Per portare a casa le delibere di oggi dovrà contare sulla minoranza, che però valuterà cosa farà Pasquali. Se si opporrà, dovremo dimostrare che lei non ha più i numeri”.
Stuzzicato a più riprese, Spazzafumo alla fine prende la parola: “Non mi dimetto, questo è chiaro. Non perché sono legato alla poltrona, ma perché ho preso un impegno ben preciso con i cittadini e saranno loro a giudicare. Sono convinto che Umberto porterà avanti le cose che ci siamo detti. Ho sentito parole come dignità, onestà, fallimento. Non facevo politica prima di questa esperienza, a differenza vostra che riscaldate le sedie da tempo con scarsi risultati. La città decise di farmi fare il sindaco. Questa dignità e onestà l’ho portata dietro e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Abbiamo appaltato quasi 60 milioni di lavori, senza mutui, avendo pagato i debiti di altri. Quest’amministrazione ha lavorato benissimo, forse senza l’esperienza giusta. Il termine fallimento non lo conosco. Chi verrà dopo di me gestirà tutte quelle situazioni che noi abbiamo portato avanti e si fregerà di medaglie che saranno state le mie”.
Pasqualino Piunti, probabilmente sentendosi chiamato in causa, ribatte a tono: “Non intendo strumentalizzare le sue dichiarazioni, ma per cambiare la città ci vogliono almeno 13 persone certe. Non si doveva rivolgere a noi, bensì alla sua squadra. Tutto quello che rivendica evidentemente non lo hanno compreso”.
Senza i voti di Pasquali e De Renzis, Spazzafumo può pertanto contare su appena 11 voti su 25. Uno scenario a dir poco delicato che viene palesemente a galla al momento della votazione delle variazioni. Per ben due volte la conta finisce 11 a 11, con Pasquali e De Renzis che si astengono. Il punto slitta dunque automaticamente alla prossima assise. Non ci sarebbe stato al contrario appello se fosse stata presente, tra i banchi della minoranza, Luciana Barlocci (assente per motivi personali).