La crisi di maggioranza che sta scuotendo l’amministrazione comunale di San Benedetto del Tronto, guidata dal sindaco Antonio Spazzafumo, ha innescato un acceso dibattito tra le forze politiche di opposizione. Dopo un consiglio comunale caotico, durante il quale l’amministrazione ha perso i numeri necessari per governare, diverse aree politiche della sinistra hanno espresso le loro critiche in merito alla situazione.
“Fallita l’idea del civismo”: la posizione dei Verdi, Socialisti, Azione, Democratici per Canducci e Rinasci SBT
Secondo i gruppi dei Verdi, Socialisti, Azione, Democratici per Canducci e Rinasci SBT, “a San Benedetto non è fallita una maggioranza consiliare, ma è fallita l’idea che mettendo insieme persone, possibilmente anche brandendo l’antipolitica, sia possibile governare una città”. La loro critica si concentra sul “potpourri di donne e uomini provenienti, politicamente parlando, da ognidove”, che ha portato a una mancanza di progetto, visione e coesione all’interno dell’amministrazione. Ritengono che il problema sia dovuto all’assenza di un vero collante politico che solo “un respiro lungo e una visione del mondo dettata dall’esperienza possono dare”.
Descrivendo il recente consiglio comunale, i gruppi di sinistra lo definiscono il “8 settembre” di Spazzafumo, un momento in cui “una maggioranza allo sbando” si è trovata incapace di “metabolizzare che non sono più maggioranza”. Viene ricordato come il sindaco avesse già perso tre consiglieri poco dopo le elezioni e come, durante l’ultima seduta, “abbiamo assistito ad una ulteriore presa di distanza da parte del gruppo Pasquali-de Renzis”.
I gruppi suggeriscono che il sindaco ha davanti a sé tre opzioni: “o il sindaco sottostà a tutto ciò che gli viene chiesto dalla sua maggioranza, o apre una campagna acquisti a destra (almeno fino alle regionali) o con un sussulto di dignità prende atto che le cose non sono andate come lui le aveva immaginate e rassegna in consiglio comunale le dimissioni”. In conclusione, invitano Spazzafumo a “fare un atto di umiltà e di amore verso la città” e a dimostrare con i fatti, non con le parole, di essere all’altezza del ruolo che ricopre.
“L’amministrazione dei silenzi e delle omissioni”: la voce del Partito Democratico, Articolo 1 e Nuovi Orizzonti Sambenedettesi
Anche Diana Palestini del Partito Democratico, Felice Gregori di Articolo 1 e Daniele Primavera di Nuovi Orizzonti Sambenedettesi esprimono una critica dura verso l’amministrazione Spazzafumo, ma il loro focus è sulla “mancanza di trasparenza” e sulla gestione politica opaca. Descrivono il consiglio comunale come “surreale” e denunciano l’estromissione dell’assessore all’Urbanistica Gabrielli “senza dire una sola motivazione, come già era avvenuto con l’assessore Lazzari”. Inoltre, segnalano che “altri due esponenti della maggioranza consiliare hanno annunciato l’uscita dalla stessa, anche loro senza addurre alcuna motivazione ufficiale”.
Criticano duramente anche il fatto che “due importanti delibere di variazione di bilancio sono state rinviate per la venuta meno della maggioranza, senza alcun intervento giustificativo”, e che la revisione del regolamento sull’uso di un impianto sportivo comunale “è stata respinta”. In questo contesto, il sindaco ha dichiarato di “essere sereno e di non avere intenzione di dimettersi”, una posizione che viene percepita come lontana dalla realtà dei fatti.
Secondo i firmatari del secondo comunicato, “Sindaco e Consiglieri Comunali rappresentano la nostra città, e ad essa devono correttezza e soprattutto trasparenza tanto negli atti quanto nelle scelte politiche”. Denunciano che “questo dovere è stato platealmente tradito” e che ci si trova di fronte a “consiglieri che rifiutano ogni spiegazione pubblica, che non sono in grado – o non possono – motivare il loro dissenso sui punti dibattuti”.
Concludono affermando che i cittadini “hanno il diritto di conoscere le ragioni della crisi politica” e che il sindaco dovrebbe “farebbe bene a porre fine a un’esperienza amministrativa che, a dispetto di una disponibilità economica gigantesca, non è in grado di portare a conclusione né atti di pianificazione urbanistica, né delibere di pianificazione finanziaria, e neppure una modestissima revisione regolamentare della Piscina”.