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Consumo di suolo, Cambia San Benedetto lancia l’allarme: “Nel 2020 impermeabilizzato terreno pari a tre campi da calcio”

"Abbiamo consolidato il poco invidiabile primato regionale sulla percentuale di suolo consumato"
Pubblicato il 14 Luglio 2021

“Immaginate tre campi di calcio. Questa è la superficie di suolo che è stata impermeabilizzata nel Comune di San Benedetto del Tronto nel corso del solo 2020. Tutto ciò nonostante la pandemia e il lockdown”. L’accusa arriva da Cambia San Benedetto che cita il rapporto Ispra sul consumo di suolo.

“Alla faccia degli slogan positivi su quanto la pandemia ci avrebbe cambiato in meglio. Emerge con chiarezza come non solo la nostra città abbia consolidato il poco invidiabile primato regionale sulla percentuale di suolo consumato (37,1%), ma come addirittura abbia incrementato la superficie di suolo impermeabile di 2,29 ettari, pari appunto a circa 3 campi di calcio. Tutto questo in un solo anno”.

Osserva Giorgio Mancini: “Ciò significa che nuovi parcheggi, piazzali, edifici ad uso abitativo e non, continuano a spuntare come funghi in una città ormai in balia dell’edilizia privata senza più alcun controllo pubblico. E questo accade anche senza l’attuazione delle ben note varianti urbanistiche che chiaramente produrrebbero un vero e proprio disastro in questo quadro già drammaticamente pessimo. La perdita di 2,29 ettari di suolo permeabile a “favore” di superfici artificiali determina effetti concreti sulla città: riduzione della capacità di regimazione idraulica (e quindi, rischio maggiore di allagamenti), riduzione dell’assorbimento di particolato e ozono (e quindi, maggior inquinamento), minor capacità di regolazione del microclima (e quindi, problemi legati al benessere termico). In poche parole, peggioramento della qualità della vita (e, osiamo dire, anche dell’appeal turistico). Cambia San Benedetto crede che sia giunto il momento di voltare definitivamente pagina rispetto alle passate politiche urbanistiche, mettendo finalmente al centro gli interessi della collettività e non più l’interesse di pochi potentati economici che stanno massacrando la città”.

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