SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Potrebbe essere una sentenza della Corte dei Conti di Mestre a dare una mano agli oppositori dell’ospedale unico. E’ uno degli aspetti emersi nel corso della seduta di questa mattina della Commissione Sanità in corso in Comune. La sentenza, risalente all’anno 2014 e riportata in una relazione del comitato “Salviamo il Madonna del Soccorso”, spiega infatti che “lo strumento del project financing non è adatto per le opere cosiddette “fredde” come gli ospedali”. A titolo esemplificativo il nuovo ospedale di Mestre è costato 230 milioni di euro di cui 124 pubblici e 106 privati ed è stato completato nel 2008. “E’ previsto – si legge nella relazione – un canone annuo in favore di privati di 72 milioni di euro dunque alla pubblica amministrazione costa in tutto, in 23 anni, 1.780 milioni di euro”.
Il tutto parte da una serie di riflessioni, presenti nella relazione. “Il nuovo ospedale – cita il documento – dovrebbe avere in dotazione 503 posti letto, a servizio dell’intero bacino, ed un costo di 200 milioni di euro ripartiti in 120 milioni provenienti dai privati i realizzatori del Project financing e 80 milioni disponibili ed elargiti dalla regione marche, come da dichiarazione del presidente Ceriscioli. Mantenendo invece nel presidio di Ascoli Piceno almeno 170 o 200 posti letto, resterebbero disponibili per il nuovo ospedale 300 o 330 posti letto con un conseguente in dubbio risparmio in termini di spesa per vari motivi”.
“In primo luogo – continua il documento – il costo del nuovo ospedale non potrebbe in alcun modo superare quello del nuovo ospedale di fermo, da 329 posti letto, previsto in 70 milioni di euro e senza alcun intervento dei privati, come da dichiarazione del presidente della Regione del 15 gennaio. Inoltre, con i 10 milioni di euro residui e disponibili, sarebbe possibile attuare tutti i lavori di messa a norma antisismici e di efficientamento energetico, dell’ospedale Mazzoni di Ascoli, come risulta dalla comparazione con la spesa prevista per le stesse da effettuare sul torrette di ancona, quantificata in poco più di 12 milioni di euro. Quindi, facendo a meno dell’intervento dei privati, non vi sarebbe a carico del regione il pagamento di canoni annui, consuete in qualsiasi opera realizzata mediante Project financing”. Il documento sarà allegato alla mozione.