SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Tutti sarebbero voluti partire, almeno a parole. Di sicuro la minoranza, che ha fatto pressione fin da subito per dare il via alla Commissione Lavori Pubblici, ma anche il centrodestra, pronto a dimostrare la propria compattezza in fase di votazione.
Le facce dei consiglieri di maggioranza nel bel mezzo del caos dicevano però ben altro. Imbarazzo, spaesamento e una buona dose di tensione. “Un conto sono le regole, un altro conto è il bon ton”, aveva replicato Carmine Chiodi ad un Giorgio De Vecchis visibilmente contrariato. Allora perché non partire sparati se i numeri c’erano davvero?
Diversi esponenti della maggioranza avrebbero scommesso sul voto favorevole di Valerio Pignotti per il ticket Curzi-Troli. Altri, meno ottimisti, avrebbero voluto sfruttare l’occasione per valutare definitivamente il grado di affidabilità del capogruppo azzurro, che in passato aveva fatto mancare il supporto – garantito alla vigilia – a Chiarini e Balloni.
C’è poi Bruno Gabrielli, che avrebbe potuto mettere un po’ di ansia a Curzi e magari sfilargli la presidenza da sotto il naso. “Io non ho mai chiesto la guida della commissione e non sono mai stato interessato all’incarico – puntualizza l’ex numero uno dell’assise – a me interessava diventarne un componente per poterne seguire i lavori e fare le mie valutazioni nelle riunioni. Certo, se l’opposizione avesse fatto il mio nome e fossi stato eletto presidente, sarebbe stato irrispettoso nei loro confronti tirarmi indietro”. Il terzo atto andrà in scena venerdì prossimo, con un epilogo ancora tutto da scrivere.