“In questa campagna elettorale c’è un silenzio assordante sul tema delle sei varianti urbanistiche”. La denuncia arriva dal comitato ‘Fermiamo il consumo di suolo, rigeneriamo la città’, che analizza criticamente i programmi dei candidati sindaco: “Siamo allo stallo, ogni programma elettorale è come al solito pieno di belle ma inutili parole, ma il fatto bruto, mero, della questione ventennale delle varianti pesa e urla nel silenzio”.
Il comitato lamenta di non essere stato mai interpellato: “Tutti hanno avuto, chi per una ragione o per l’altra, paura di confrontarsi con noi. Solo una parte, per ora piccola, della sinistra ambientalista e radicale, porta avanti questi temi, e specificamente l’esigenza di bloccare definitivamente le sei varianti, ma anche lì, che sia vero o no, tale questione è stata usata per dividere, o è stata vista come tale, per mettersi in un angolo dove paradossalmente si può avere più visibilità. San Benedetto certo non è l’Amazzonia, ma se vogliamo fare qualcosa per l’ambiente e per noi stessi, dobbiamo cominciare dal nostro giardino. La questione ecologica non è il primo problema? Noi invece crediamo di sì, anzi ne siamo sicuri. La questione ecologica di un Paese è centrale e inaggirabile; converrebbe a qualsiasi politico rendersi conto “per tempo” che ogni politica, ogni sociologia passerà per forza dalla sostenibilità. La disponibilità di territorio sano per tutti è la prima forma di redistribuzione di ricchezza. Sul fatto poi che noi del Coordinamento vogliamo ingessare la città, potremmo anche essere d’accordo: come si ingessa un arto rotto in attesa della guarigione, noi vorremmo che questa città guarisse dalla frenesia di svendita delle cose che ha più care”.
Prosegue il comitato: “Ricordiamo che siamo la città con la più alta percentuale di cementificazione delle Marche e d’Italia; che il consumo di suolo qui tocca limiti mai visti e il trend è in ascesa. Le ricadute negative sulla salute e sulla sicurezza del territorio sono proporzionali solo ai guadagni dei privati”.