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Comitato Salviamo il Madonna del Soccorso: “Si crei la provincia di Ascoli-San Benedetto”

"Il riequilibrio in tema di sanità passa anche ed in primo luogo attraverso l’istituzione nella doppia provincia"
Pubblicato il 16 Gennaio 2023

SAN BENEDETTO DEL TRONTO
Il Comitato Salviamo il Madonna del Soccorso chiede la trasformazione della provincia di Ascoli Piceno in Provincia di Ascoli-San Benedetto. Un appello rivolto al sindaco di San Benedetto, a quelli della riviera e dei comuni limitrofi, alle autorità sanitarie, ai sindacati, alle forze dell’ordine e ai cittadini.

“Il Comitato denuncia da tempo quello che sta succedendo al nostro Ospedale, ed ormai lo stato in cui versa è sotto gli occhi di tutti: privato progressivamente di reparti, servizi, personale, spazi, apparecchiature adeguate – ad esempio la Tac, vecchia e spesso ferma per guasti ricorrenti – e, come ultimo smacco in ordine temporale, la cancellazione della città di San Benedetto dalla nuova denominazione dell’Azienda Sanitaria Territoriale – AST Ascoli Piceno – che sostituisce l’AV5 Ascoli Piceno-San Benedetto del Tronto, denominazione che anticipa un prevedibile trasferimento di tutti gli uffici amministrativi superstiti verso l’ospedale provinciale. Dunque, preso atto della progressiva e apparentemente inarrestabile perdita di servizi, opportunità, investimenti, dotazioni di organici in tutti i settori, causata da una squilibrata assegnazione e da un conseguente irrazionale utilizzo delle risorse, la cui origine scaturisce dal non essere San Benedetto capoluogo di Provincia, proponiamo questa soluzione al fine di ottenere una equa ripartizione di tutte le risorse: regionali, statali e comunitarie”.

Spiega il Comitato: “Considerato inoltre che negli ultimi venti anni l’andamento demografico provinciale è in ascesa su tutto il territorio costiero come nella valle del Tronto, dalla foce sino a Castel di Lama, mentre è in netto calo nell’entroterra ascolano, nonostante il grande dispiegamento di fondi degli ultimi anni, il Comitato ritiene non più rinviabile un riequilibrio del potere politico, economico e decisionale tra Ascoli e San Benedetto del Tronto, riequilibrio che passa anche ed in primo luogo attraverso l’istituzione nella doppia provincia, indispensabile per condividere ed attuare in modo efficace e sinergico le future scelte strategiche del Piceno, finora stabilite unilateralmente e senza condivisione, e spesso a nostro discapito, dalla politica ascolana. Questo risultato potrà essere ottenuto solamente con la consapevolezza e la diretta partecipazione di cittadini, politici locali, forze dell’ordine, avvocati costieri, albergatori, balneari, commercianti, sindacati, associazioni che operano nel sociale, nella cultura ed in ogni altro campo, per i sicuri benefici che ne conseguirebbero in favore del comparto turistico, dei servizi sociali, della sanità, della sicurezza”.

In tal senso, un atto amministrativo fondante esiste già e fu costituito dalla mozione Falco-Curzi presentata nel 2020 e votata all’unanimità dall’assise: “Spetta al sindaco Spazzafumo riconfermare questa volontà e renderla realtà, con il supporto, a prescindere dai colori politici, di tutti i cittadini e le istituzioni dei comuni costieri e limitrofi, che vanno chiamati alla coesione su questo tema fondamentale. Ciò detto, invitiamo sin da ora tutte le autorità, in particolare i rappresentanti politici in regione, le istituzioni cittadine, i sindaci del territorio e le categorie in indirizzo, ad un convegno informativo da organizzare con il supporto delle stesse Istituzioni del territorio della costa e del suo immediato entroterra, per iniziare un percorso di piena informazione e consapevolezza dei tanti vantaggi della doppia Provincia. E’ chiaro che il nostro Comitato persegue con convinzione questa battaglia politica in quanto strettamente legata allo stato della nostra sanità, poiché è ormai altrettanto chiaro quanto il fatto di non essere provincia al pari di Ascoli Piceno ci renda oggetto di iniquità e squilibri inaccettabili e di privazioni che minano alla radice un diritto fondamentale dei nostri concittadini, quale il diritto alla salute ed alle cure. E, per far comprendere ancora meglio il valore di questa opportunità e possibilità, nei successivi comunicati mostreremo ai cittadini ed a tutta la classe politica territoriale e regionale le carenze procurate e la sofferenza del nostro ospedale e dei suoi operatori, e lo faremo utilizzando i dati ufficiali inconfutabili della AST Ascoli Piceno”.

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