SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il Comitato Salviamo il Madonna del Soccorso si scaglia contro la Regione all’indomani dell’approvazione del piano sanitario.
“Urbinati nel suo intervento ha appuntato tutto il suo fervore espositivo sul mantenimento come ospedali di base dei nosocomi di Ascoli e San Benedetto, riproponendoci la pappardella dei tre ospedali, che presuppongono una popolazione totale di 310.000 persone, mentre invece il mantenimento di due nosocomi, uno di primo livello ed uno di base, come richiesto da mesi sia dal comitato che da molti sindaci costieri, implica una popolazione di 230.000 abitanti, 300.000 in caso di due primi livelli. Numeri in ogni caso inferiori a quelli necessari per la realizzazione del sogno di Urbinati e della Casini”.
Non sono mancati attacchi alla vicepresidente che ha indicato il Mazzoni come struttura ideale per curare gli infarti e il Madonna del Soccorso ideale per affrontare i casi di ictus.
“Noi alla signora rispondiamo che quando arriverà un trauma cranico al Pronto Soccorso di Pagliare lo manderanno ad Ancona. E quando arriverà un trauma toracico, lo manderanno comunque ad Ancona, non cambierà pressoché nulla! Un ospedale di eccellenza che continua a far volare gli elicotteri, perché ha in realtà le stesse strutture che ci sono adesso, non può definirsi di eccellenza. Secondo la Casini San Benedetto del Tronto avrà anche la chirurgia d’urgenza ‘perché d’estate ci sono molte persone in più’. Peccato che, secondo il DM 70, non esista una chirurgia d’urgenza, ma solo la MURG, la cui esatta definizione è “Medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza”. Nelle Marche la Chirurgia d’Urgenza si trova in effetti solo ad Ancona, dispone di un’equipe di otto chirurghi ed è il punto di riferimento regionale”.
Prosegue il Comitato: “Tutti possono ben capire con quanta leggerezza, approssimazione e incompetenza venga affrontato il delicato tema della sanità pubblica dai nostri Amministratori, il tutto aggravato dalla persistente e reiterata bugia della signora Casini nell’affermare che la proposta di un’area per il nuovo ospedale, pur se richiesta al Comune di San Benedetto, non sia mai pervenuta alla Regione. Falsità che a suo tempo, e da mesi, è stata completamente demolita, con la dimostrazione che la nostra città non figurava tra i destinatari della famosa richiesta. Condivisibilissime sono state le argomentazioni del consigliere Peppe Giorgini, il quale ha fatto rilevare che esiste una delibera regionale, la 1554/2018, con la quale la Regione ha comunicato al Ministero della Salute la presenza nell’AV5 di un ospedale unico su due strutture di primo livello, all’unico scopo, a quanto pare, di ottenere il 3% di finanziamenti premiali in più, sconfessando nella pratica quanto formalizzato, in spregio alla fedeltà delle comunicazioni effettuate al Ministero di riferimento. Infatti la proposta del consigliere di rendere effettiva tale decisione, che avrebbe pienamente rispettato il criterio di equità in rapporto alle altre aree regionali, non è stata minimamente valutata né presa in considerazione: tutti schierati a difesa non del territorio ma dell’Affare Pagliare, in nome del quale si sono udite promesse inenarrabili negli ultimi mesi. Oltretutto la Vicepresidente ha enumerato alcune specialistiche, tra cui emodinamica, radiologia interventistica, ematologia, pneumologia, presenti in AV5, senza però rilevare che tutti i servizi specialistici introdotti nella nostra provincia, anziché essere portati, almeno alcuni, in dotazione all’ospedale situato nella zona più popolata e a maggior afflusso turistico, quindi votata all’emergenza, sono state messe tutte nel Mazzoni: quale è la logica di queste scelte tutte solo politiche se non depauperare, svalutare e ridurre il Madonna del Soccorso ad un ospedale di base? Non ci venissero a parlare più di buona fede né di correttezza, né lei né i suoi sostenitori”.
Ultima stoccata al presidente Ceriscioli che ha citato le cliniche private presenti tra Ascoli e Fermo.
“Pur concordando sulla bontà e il pregio di tali strutture e sulla loro opera sul territorio, ci sembra alquanto grave che un amministratore pubblico, che dovrebbe curare e perseguire il potenziamento e l’efficienza dei servizi pubblici, faccia leva su una questione del genere pur di non mettere in discussione i piani ultradecennali del Pd piceno. Infatti non vi è chi non capisca che, lungi dal fare la guerra ad una sanità privata che deve appoggiare e supportare la struttura pubblica, la stessa non può avere né Pronto Soccorso né rianimazione, dunque non può sostituire alcune importantissime prestazioni di un ospedale, né far fronte a tutte le necessità del nostro bacino di utenza, in considerazione del periodico e massiccio afflusso turistico, dei fattori di rischio presenti, della mobilità attiva”.