SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Giovedì pomeriggio la maggioranza incoronerà Giovanni Chiarini come nuovo presidente del Consiglio, prima dell’elezione vera e propria che avverrà sabato in apertura dei lavori.
Il leader di San Benedetto Protagonista, salvo colpi di scena, succederà a Bruno Gabrielli, abbandonando così la presidenza della Commissione Sanità e tutti gli altri organismi dove compare come semplice partecipante. In compenso, non sarà costretto a dimettersi da consigliere provinciale, essendo i due ruoli non incompatibili.
A Chiarini basteranno 13 voti, ma la speranza è di ottenerne almeno 15, ossia tutti quelli del centrodestra meno Gabrielli. Gli unici dubbi in queste ore pendono sul comportamento che adotterà il capogruppo di Forza Italia Valerio Pignotti, che potrebbe aggregarsi agli azzurri Stefano Muzi e Mariadele Girolami (pro Chiarini) o proseguire col sostegno incondizionato a Gabrielli, ormai “scevro da vincoli di mandato”.
Sul fronte della minoranza, è previsto un confronto al termine della Commissione congiunta. L’obiettivo è adottare un atteggiamento omogeneo, senza distinzioni. “Noi del Pd abbiamo sempre posto al centro del ragionamento politico il ruolo di garanzia del presidente che come evidenziato fin dal principio doveva essere riconosciuto alla minoranza”, dice Antimo Di Francesco. “Pertanto un’altra soluzione che va fuori da questo schema riguarda solo la maggioranza”.
Con molta probabilità si opterà per la scheda bianca, o peggio per l’abbandono dell’aula prima dell’avvio delle operazioni di voto. Di sicuro non si virerà su un candidato di bandiera dell’opposizione, dal momento che l’ipotesi è stata seccamente bocciata da Articolo Uno.