SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Caso Troli-De Berardinis, ma soprattutto Rosaria Falco contro l’ex capogruppo di Siamo San Benedetto, suo gruppo di appartenenza per quasi due anni.
La mozione sulla vicenda del dirigente si trasforma ben presto in una resa dei conti, con la consigliera comunale che si toglie i sassolini dalle scarpe: “Fate finta di non capire che dietro questa storia non c’è la strenua difesa di un dirigente per motivi personali. Non è mio parente, l’ho conosciuto qui”.
La Falco difende a spada tratta il proprio operato: “A me interessa l’applicazione della legge, nient’altro. Per me c’è stata persecuzione. Indipendentemente dalle timbrature quello che è stato fatto è intollerabile e oltre ogni misura. A noi interessa la legalità, siamo qui a controllare quando violate le norme”.
La questione si intreccia pure col caso Picenambiente. Accusa Troli: “Rosaria Falco ha mandato per errore sulla chat dei consiglieri comunali la mail di De Berardinis con tutta la documentazione dell’avvocato Lucchetti. Poi ha cancellato il messaggio. Al sindaco Piunti arrivò solo successivamente, nonostante l’avvocato avesse scritto che la relazione era riservata e da inviare solo al primo cittadino”.
La diretta interessata non ci sta e sbotta: “L’atto messo nella chat non era riservato, ritenevo che il consiglio comunale avesse diritto di sapere, era una semplice relazione sulla Picenambiente. E’ corretto essere interessati alla sorte della nostra delibera. Mi sembrava più che giusto chiedere di mandarmela”.