ANCONA. “Inopportuna la gita in barca a vela. E su quella vicenda sono in corso accertamenti”. Lo ha affermato l’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini riferendosi alla vicenda della gita in barca a Vela in Toscana dei dipendenti Ast scoperta da La Nuova Riviera. Saltamartini lo ha dichiarato rispondendo all’interrogazione in consiglio regionale di Anna Casini.
“Questi tipi di attività di formazione – ha spiegato – costituiscono un percorso contrattuale dei dipendenti e l’organizzazione di questi corsi di formazione si svolgono all’interno della piena e totale autonomia organizzativa delle aziende sanitarie territoriali in cui non sono investiti mai e per nessuna ragione gli organi di indirizzo politico. Significa che né il presidente della Regione né l’assessore alla Sanità si occupano del personale. Detto questo il corso era previsto dal piano organizzativo dell’Ast di Ascoli. Si tratta di un nuovo strumento previsto nella pubblica amministrazione che mette insieme diversi piani di programmazione”.
Saltamartini è quindi passato ad alcune riflessioni: “Questa iniziativa era organizzata dai responsabili dell’area e neppure la direttrice sanitaria era informata di questa organizzazione. Relativamente alla legittimità di questo provvedimento. Sono in corso approfondimenti amministrativi dell’assessorato e della Regione ma risulta ci siano anche altri approfondimenti in corso da parte di organi giurisdizionali. Questo è il quadro sulla legittimità del provvedimenti. Esprimo la piena non opportunità a un’iniziativa di questa natura dal momento che il servizio sanitario è investito da tante lacune e tante problematiche e far apparire che il personale si sta addestrando in una barca in Toscana determina anche un disvalore e un danno di immagine”.
Saltamartini ha anche bacchettato gli organizzatori parlando di “dirigenti che hanno il potere di assumere provvedimenti amministrativi e che vengono ben remunerati per assumersene la responsabilità”.
La consigliera Casini ha risposto: “Mi fa piacere che lei ritenga di cattivo gusto questa vicenda. Non mi meraviglia che la direttrice non sapesse nulla dal momento che parlava dell’ospedale come di una proprietà privata quando cacciò me e l’onorevole Curti. Ma scendendo nel merito della vicenda non esiste un atto perché quando si parla di questa vicenda si fa riferimento ad un atto che si riferisce alle attività di formazione interne e non esiste un atto di approvazione. Forse non l’ho trovato io e chiedo per questo di acquisire l’atto con il quale 900 euro di formazione interna sono diventati 4400 euro di liquidazione. Soldi che poi rappresentano il 10 per cento di tutta la formazione esterna”.