“Anzitutto credo vadano ringraziate pubblicamente le forze dell’ordine e, in particolare, la Guardia di Finanza, che sotto il coordinamento della Procura di Fermo ha portato alla luce l’ennesimo caso di caporalato nel nostro territorio e permesso di porre fine allo sfruttamento di cinquanta lavoratori agricoli. È però tempo che il lavoro degli inquirenti sia supportato più incisivamente dalla politica e dalle istituzioni, anche perché questo odioso fenomeno appare sempre più diffuso nelle nostre campagne e, oltre a negare i diritti più elementari di chi finisce nella rete dei caporali, è spesso causa di gravi incidenti con conseguenze talvolta mortali. Vanno approntate con urgenza misure per garantire i diritti dei lavoratori, su tutti il diritto a un lavoro adeguatamente retribuito e svolto in sicurezza, che abbia come obiettivo prioritario la tutela della dignità e della salute. Il conseguimento di questi obiettivi è una prioritaria competenza anche della Regione Marche, come del resto indica, visto che si parla tanto di autonomia, la stessa Costituzione”.
Così il consigliere regionale del Partito Democratico commenta il positivo epilogo dell’operazione Country Workers che ha portato all’arresto di una persona e alla denuncia di altre dodici con l’accusa di caporalato e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
“Da tempo seguo la questione – spiega Cesetti – tanto che in consiglio regionale giace una mozione da me presentata nel lontano 27 aprile del 2022 all’emergere di alcuni episodi proprio nel fermano, e sottoscritta da tutti i consiglieri del Partito Democratico, con cui si impegna la giunta a promuovere una serie di azioni volte rafforzare i controlli sul territorio, garantire la legalità nei luoghi di lavoro e a combattere il caporalato. Tra queste, c’è quella di procedere con sollecitudine all’approvazione del Programma per le politiche integrate per la promozione della cultura della legalità previsto dalla legge regionale 27 del 2017. Su questo tema, che ritengo fondamentale, è dall’inizio della legislatura che presento atti per sollecitare iniziative volte a tutelare i diritti dei lavoratori, ma anche della maggioranza delle imprese che operano correttamente e che vengono danneggiate da coloro che traggono profitti illeciti dallo sfruttamento della manodopera. La Regione Marche, che pure eroga ingenti risorse al settore agricolo, deve fare di più, adottando strumenti più adeguati a prevenire, contrastare e reprimere il caporalato e altre sfruttamento. Questo ennesimo caso sia da monito affinché ciascuno, nell’ambito delle proprie competenze, assuma maggiore consapevolezza e contribuisca a mettere in campo al più presto tutte le misure necessarie per ristabilire la legalità e la sicurezza nelle nostre campagne”.