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Cabine elettriche in via Dandolo, la furia dei residenti: “Uno scempio, impatto visivo devastante. Faremo di tutto per essere interpellati”

Salvatore Pesce attacca l'assessore Capriotti, che aveva parlato di progetto "munito di tutte le autorizzazioni": "Forse non sa che le cabine elettriche poste in loco non contengono le pompe, ma solo dispositivi elettrici"
Pubblicato il 31 Maggio 2024

Di Massimo Falcioni

SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Muro contro muro. E’ dura la presa di posizione dei residenti di via Dandolo nei confronti del Comune in seguito alle parole dell’assessore ai lavori pubblici Tonino Capriotti, che nei giorni scorsi a La Nuova Riviera aveva parlato di “progetto munito di tutte le autorizzazioni”.

La storia è ormai nota: gli abitanti della via si oppongono alla decisione di ubicare sulla strada tre cabine elettriche previste nell’ambito dei lavori di sistemazione della rete fognaria della zona nord della città. Un impianto che si allunga per circa 15 metri apparso alla metà dello scorso aprile, all’interno di un cantiere che invece è attivo dalla fine del 2021.

“Le considerazioni dell’assessore in merito alle nostre richieste confermano il fatto che l’opera è sconosciuta ai più”, afferma Salvatore Pesce, uno dei residenti della zona. “La cosa però diventa grave quando è addirittura sconosciuta a chi ha la delega ai lavori pubblici. Forse Capriotti non sa che le cabine elettriche poste in loco non contengono le pompe, che invece sono sotto il livello della strada. In una delle tre ci sarà un trasformatore che è di pertinenza dell’ente distributore di energia, nella seconda ci sarà probabilmente un generatore di corrente, mentre l’ultima ospiterà un quadro di comando e poco altro”.

Pesce insiste: “E’ chiaro quindi che le cabine ospitano solo dispositivi elettrici e che, quindi, possono tranquillamente essere delocalizzate a distanze anche considerevoli in quanto il collegamento alle pompe avviene solo attraverso un cavo. Nessuno ha mai chiesto di spostare il sistema di pompaggio – che ci sembra, qualora contribuisca ad ottenere i risultati sperati, ottima cosa – ma abbiamo solo chiesto, e continueremo a farlo, di delocalizzare le sole cabine per via dell’impatto visivo devastante che hanno sul quartiere, e di posizionarle in luogo più consono e condiviso”.

In tal senso è già partita una petizione, che ha raccolto in pochi giorni oltre cento firme. “La richiesta è anche motivata dai problemi connessi alla gestione di tali manufatti posizionati in prossimità delle abitazioni, che con i loro dispositivi elettrici potrebbero generare oltre ad un possibile inquinamento acustico un più grave inquinamento elettromagnetico di cui non ci è dato conoscere i dati o se siano mai state fatte misurazioni in tal senso. Dire che “fanno meno rumore della pioggia” ci pare una valutazione che di tecnico ha ben poco visto che è in gioco la nostra salute e quella dei nostri figli. Pertanto chiediamo: sono state poste ed esistono delle limitazioni progettuali? Addurre come motivazione, per non assumere decisioni, che il progetto è vecchio e fatto da chi è venuto prima con autorizzazioni datate 2018 è un comportamento pilatesco. Chi è venuto prima potrebbe non essersi reso conto dello scempio che sarebbe risultato all’ingresso della città, al lato di una strada che collega il lungomare nord al lungomare sud e percorsa da migliaia di macchine al giorno e di fronte al museo Ittico, porta nord della città. Amministrare la cosa pubblica comporta delle scelte, e se queste incidono sulla salute dei cittadini e segnano il territorio in modo permanente è auspicabile, come minimo, che vengano condivise”.

Pesce prende dunque atto che l’amministrazione “ha scelto di non decidere”, scaricando la responsabilità sui predecessori: “Questa scelta segnerà negativamente una parte di città che piuttosto dovrebbe essere riqualificata in quanto a ridosso del mare e in prossimità del porto. In buona sostanza, si è scelto di ratificare ed eseguire un progetto facendolo proprio, rendendosi corresponsabile dell’alterazione di un pezzo di città e non c’è niente di ambientalmente accettabile e ancora meno di decoroso in tutto ciò. Per queste considerazioni, vista la presa di posizione dell’amministrazione comunale e la manifesta non volontà di condividere le scelte con i cittadini, ci troveremo costretti a fare di tutto per poter essere finalmente interpellati direttamente”.