SAN BENEDETTO DEL TRONTO. E’ polemica dopo l’incontro che si è svolto ieri nel quartiere Marina Centro per la presentazione del progetto per la nuova piazza Montebello. A parlare è il presidente del circolo Nord del Pd Alessandro Marini che parla di “aAtmosfera surreale”. “Surreale – dice – ed uso un eufemismo, soprattutto per merito della scelta del presidente di quartiere, tale Luigi Olivieri, già candidato nelle file della Lega alle scorse amministrative – del quale in due anni ricordo solo una foto con Salvini cui ha presentato un progetto di variante collinare, ovviamente rimasto lettera morta – il quale ha ben deciso di non aprire un confronto e/o un dibattito sulle tante questioni aperte, ma di consentire giusto la stesura di domande di poche righe su un arrangiato foglio di carta che sarebbero state da lui lette e riportate”.
“Volutamente, lo ammetto, ho finto di prestarmi al meccanismo: ho scritto sul mitologico strumento di ascolto una non domanda e quando sono stato chiamato a interpretare cosa avessi scritto ho fatto presente che sicuramente quello non era un confronto e che, visto che l’amministrazione si era sperticata nel dire che voleva ascoltare e condividere proposte, avrei provato ad intavolare un ragionamento per concludere con alcune domande tuttora aperte e mai affrontate.
Il presidente ovviamente ha tenuto a precisare che visto il suo ruolo era lui a stabilire le regole e che se non mi stava bene potevo candidarmi al suo posto il prossimo anno”.
“Ritenendo più importante poter dire qualcosa nell’unica occasione di confronto ho preferito glissare sulla affermazione e ho provato ad articolare un ragionamento, riconoscendo sin da subito l’importanza del progetto.
San Benedetto, volente o nolente, è piena di zone definite ex: ex tirassegno, ex galoppatoio, ex bocciofila, ex Gil, ex camping e via dicendo. L’intervento che si vorrebbe mettere in campo potrebbe finalmente rendere funzionale piazza Montebello e far sì che la stessa smetta di essere vista come la ex piazza del mercato”.
Per Marini “la necessità di un intervento, però, non è sufficiente ad avvalorare ogni scelta e per tale ragione ho provato a presentare alcune questioni irrisolte o problematiche, interrotto a malo modo a metà ragionamento. Il progetto non prevede alcun intervento di forestazione urbana: a fronte di quattro alberi in tutta la piazza la scelta è invece ricaduta su ventiquattro pali in metallo sui quali issare delle vele di plastica in omaggio alla marineria sambenedettese. In Europa si approva la Nature Restoration Law, tutte le città in Italia e nel mondo si interrogano e si adoperano per contrastare fenomeni alluvionali, cambiamenti climatici, isole di calore, inquinamento dell’aria e a San Benedetto si opta per una bella distesa di cemento, qualche palo di metallo con annessa plastica, qualche arredo di design e quattro alberi”.
“Intanto la temperatura percepita segnalata da una nota app per la giornata di ieri era di 44 gradi centigradi. La motivazione candidamente ammessa da tecnici e Amministrazione è stata che la piazza deve rimanere ad uso esclusivo, il martedì e il venerdì, del mercato settimanale perché così è tradizione. Non è quindi il mercato che deve adattarsi alle necessità e alle esigenze dei sambenedettesi e delle attività in sede fissa, ma viceversa. Una spiegazione a dir poco peregrina, certo, ma tant’è la volontà dell’amministrazione. Col fiato sul collo del presidente di quartiere ho introdotto poi una seconda questione, legata alla riqualificazione di via Palermo: la proposta di eliminare la pensilina è sicuramente ottima e l’idea di aprire una porta sulla piazza per chi arriva in treno o bus va sostenuta. Solo che per far si che una porta sia realmente tale occorre renderla fruibile”.
“Ad oggi – continua – la cattiva usanza dei pullman urbani ed extraurbani di sostare in doppia o tripla fila per tempi ben al di sopra di quelli necessari a consentire la salita o la discesa dei passeggeri crea un tappo dinanzi a questa porta che si vorrebbe aprire. E a meno che non si voglia fornire i sambenedettesi di imbracature, scarponi e maschere antigas per superare questo ostacolo occorrerebbe trovare subito una soluzione che metta fine alla fastidiosa pratica. Alla presentazione della terza questione è successo il finimondo. Personalmente ritengo la pedonalizzazione di una parte del centro, seppur si tratti di un breve tratto, una notizia positiva e sono convinto che commercianti e attività in generale ne beneficeranno: studi e casi pratici sono tutti in tal senso. Ma è innegabile che rimane aperta una questione relativa ai parcheggi per i residenti e questi ultimi avrebbero meritato qualche rassicurazione”.
“A tal proposito mi sono augurato che fosse solo una boutade di qualche consigliere di maggioranza l’idea di chiudere al traffico il tratto centrale di piazza San Giovanni che significherebbe scaricare tutto il transito veicolare su via San Martino e via Calatafimi. Questo accade già il martedì e il venerdì ed essendo le due vie in questione in condizioni disastrose per quanto riguarda asfalti e marciapiedi ed essendo due vie strette non è raro che un’auto in sosta scorretta o una semplice bicicletta in mezzo alla carreggiata crei disagi ai residenti, smog e rallentamenti di tutto il traffico. Il sindaco ha smentito l’ipotesi e confido vivamente sia così. Non avendo però ascoltato una reale parola sul problema dei parcheggi ho fatto presente che la soluzione proposta dal consigliere Pasquali, ovvero quella di un parcheggio multipiano da centinaia di posti, oltre ad essere trita e ritrita è anche di difficile attuazione per via della congiuntura economica e che sicuramente avrebbe tempi lunghi. Ho sarcasticamente fatto presente che immaginavo il consigliere esperto di spettacoli di burlesque ma non di mobilità e viabilità e a quel punto si è scatenato il panico: il sindaco si è inalberato, Pasquali mi ha dato del “simpatico”, il presidente del comitato di quartiere ha ben pensato di togliermi il microfono dalle mani e il consigliere Gaetani mi ha invitato a discutere queste questioni in commissione consiliari, non essendo, a questo punto immagino, l’assemblea di quartiere il luogo deputato ad affrontare le questioni relative al quartiere”.
“Il resto di quanto avrei voluto dire è rimasto lettera morta, ma a fronte delle sollecitazioni e dei confronti che ho avuto in questi giorni con commercianti e residenti ritengo opportuno esporle. Anziché cimentarsi in fantasiosi progetti milionari sono tre gli interventi che si potrebbero sin da subito fare su piazza San Giovanni: sanificazione ed eliminazione delle tre discariche abusive che giornalmente si creano in prossimità dei bidoni della spazzatura con il loro corredo di tanfo, topi e gatti randagi; sistemazione della aiuole Insistenti sulla piazza e ipotesi di piantare alberi lungo la carreggiata centrale così da alleviare le alte temperature provocate dal mix cemento-metallo, rifacimento della segnaletica a terra visto che il parcheggio selvaggio rende difficili accesso, manovre ed uscita dalla piazza. Come accaduto per il Ballarin, dove il progetto è stato visto, rivisto, modificato svariate volte ed è tuttora un mistero, la stessa cosa rischia di accadere per piazza Montebello. Il discorso parcheggi, la viabilità, le innumerevoli questioni aperte verranno affrontate dopo, a lavori assegnati e successivamente alla presentazione del PUMS”.
“Avrei voluto chiedere se fosse più coerente attendere prima i risultati del PUMS e poi affidare i lavori. Ma non è stato possibile. Avrei voluto chiedere il piano economico-finanziario, visto che la cifra di un milione e settecentomila euro rischia di non essere sufficiente a fronte di tutti i lavori da fare, inclusi i sottoservizi. Il sindaco ha confermato l’entità della spesa, che le risorse saranno sufficienti e che loro non accendono mutui al momento. Una posizione sicuramente autocelebrativa ma che non lascia tranquilli. Affermare che nessun cittadino verrà lasciato fuori casa, che tutti subiscono disagi durante dei lavori pubblici e che le questioni centrali verranno affrontate successivamente step by step non vuol dire condividere, discutere, tentare di trovare soluzioni comuni. Mestamente devo riconoscere che si è trattata dell’ennesima occasione di confronto sprecata e le conseguenze come sempre ricadranno sui poveri cittadini sambenedettesi”.