ANCONA. Oggi pomeriggio il gruppo assembleare del Partito Demcoratico si è riunito per designare il successore del dimissionario Maurizio Mangialardi, eletto martedì scorso alla vicepresidenza dell’Assemblea legislativa delle Marche. Con cinque voti favorevoli e tre contrari la scelta è caduta su Anna Casini, già vice dello stesso Mangialardi.
“Ringrazio il gruppo – afferma la neo eletta Casini – per il dibattito franco e proficuo svolto nel corso della riunione. Spero che questo passaggio rappresenti il primo di altri che tutto il Partito è chiamato a compiere per avviare una nuova fase e prepararci al meglio per l’appuntamento delle elezioni regionali del 2025. In particolare ringrazio Mangialardi per i quattro anni che lo hanno visto alla guida del gruppo, gestito con grande equilibrio e rigore istituzionale in una fase sicuramente non facile della vita del Partito Democratico. Le sue dimissioni non erano assolutamente dovute, ma tutti insieme abbiamo voluto dare responsabilmente un segnale di apertura alla richiesta della direzione regionale del PD Marche, anche se continuiamo a ritenerle immotivate”.
“D’altra parte – continua Casini – è necessario un importante momento di riflessione per il partito regionale, dato che la tornata elettorale dell’8 e del 9 giugno, con le dolorose sconfitte rimediate ai ballottaggi, di certo non ha premiato la linea politica adottata dal congresso a oggi. Credo che nessuno disconosca la necessità di superare le divisioni e in ciascuno di noi c’è la consapevolezza di dover dare il proprio contributo a tale scopo. Tuttavia, è evidente che la ricerca dell’unità del Partito spetti per definizione alla segreteria politica, che fino a oggi, purtroppo, ha latitato su questo fronte. Sono certa che insieme riusciremo a fare le valutazioni più opportune per aprire questa nuova fase da tutti auspicata, che parta in primo luogo da una gestione maggiormente unitaria del partito e dal rispetto dei ruoli. L’obiettivo non è far cadere “le teste”, come purtroppo è sembrato negli ultimi mesi, ma consolidare un Partito che proprio nella pluralità deve trovare la sua forza. Un partito autorevole, che discuta di temi concreti e non di spartizioni di incarichi, per prepararsi a essere un’alternativa credibile al governo Acquaroli e il perno della coalizione che andrà a sfidare il centrodestra”.