SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il suo ultimo noir Femmina ha ottenuto un grande successo e in pochi mesi ha ricevuto tre importanti Premi letterari fra i quali spicca quello assegnato dalla Città di Firenze nell’ottobre scorso. Remo Croci, giornalista delle reti Mediaset e per anni inviato della trasmissione Quarto Grado da settembre è tornato a seguire la cronaca per conto dei Tg del gruppo.
Che bilancio fa di questo anno?
“E’ sicuramente positivo sotto ogni punto di vista. Nella mia professione il nuovo incarico ai Telegiornali mi ha di nuovo trasmesso gli stimoli giusti perché un conto è essere protagonista ogni giorno della cronaca e un altro esserlo solo una volta alla settimana così come accadeva a Quarto Grado che è stata una esperienza fantastica. Li ho migliorato le mie qualità di inviato e ho acquisito molta esperienza che mi è preziosa oggi nel lavoro ai telegiornali”.
E in campo letterario?
“Direi molto soddisfatto perché il mio terzo noir Femmina mi ha sorpreso. I lettori hanno apprezzato molto le diverse storie pubblicate e anche la novità di aver inserito quelle scritte da alcune mie amiche come Lucia Accoto Vanessa Romoli e Fiammetta Ferzi. Un grazie va a loro se il libro è piaciuto e ha già vinto tre importanti Premi della critica. Un grazie voglio rivolgerlo anche a Rita Bruni che mi ha concesso la sua immagine per la copertina del libro”.
Arriva il 2020, lei fu l’inviato di Mediaset che annunciò il 2000 nel primo telegiornale del nuovo millennio cosa ricorda di quella diretta?
“ Fu emozionante quella diretta dal porto di Otranto, la porta d’Oriente. Proprio lì ci fu la prima alba del 2000, ricordo che per raggiungere Otranto impiegai molto tempo, c’era una lunga coda di autovetture. Furono molte le presenze quella notte. Faceva molto freddo, io ero abituato perché da quattro anni seguivo il fenomeno degli sbarchi dall’Albania e avevo affrontato notti freddissime. Quando arrivai in postazione iniziò a piovere i tecnici avevano allestito il set della diretta sopra alcuni scogli dove arrivavano le onde. Dallo studio di Roma tardavano a collegarsi con me e ricordo che il nostro operatore Angelo Petragallo sollecitava la diretta perché avremmo rischiato di annullarla in quanto il mare era in burrasca e minacciava la mareggiata. Per fortuna qualche minuto dopo ci collegammo. Fu bello annunciare da Otranto il nuovo millennio, peccato che quella giornata oggi la ricordo con amarezza per via della presenza di una persona che non meritava di vivere con me quella esperienza. E’ l’unico neo di quell’evento”.
A proposito: un bilancio della sua vita privata?
“Più che positivo. Dopo l’avventura separazione è nato Leonardo il mio primo nipote figlio del mio primogenito Saverio e della sua compagna Giulia. Ora sono un nonno felice e appagato, cosa volere di più dalla vita? Quando mi sorride tocco il cielo con un dito. Il suo primo Natale e’ stato fantastico per tutti noi”.
Il servizio che ricorda di questo ultimo anno?
“Uno in particolare no, ce ne sono diversi. Ma seguire il processo per le morti di Rigopiano e monitorare la situazione del centro Italia post terremoto sono quelli che mi impegnano molto perché conoscendo le persone coinvolte avverto il bisogno di dare loro una mano. E lo faccio davvero con piacere. Essere poi riuscito ad intervistare Traini (l’uomo che sparo’ ad alcuni extracomunitari a Macerata) subito dopo la condanna alla Corte d’Appello di Ancona è stato un momento professionale positivo perché in quell’occasione abbiamo messo in campo le nostre forze insieme alla troupe che mi affiancava. Anzi, devo ringraziare Il mio cameraman Ciccio Ranieri che fu molto bravo. Spesso noi giornalisti televisivi dovremmo ringraziare di più i nostri operatori perché senza di loro noi non riusciremo a far bene il nostro lavoro. Qui nelle Marche ho la fortuna di lavorare con seri professionisti della Xentek di Nicola Mistichelli e Giorgio Ciccanti. Quest’anno poi ho incontrato dopo molto tempo Adalberto Zeller un cameraman che lavorava nell’epoca di TvAscoli quando io ero alla Telecavo. In Abruzzo invece ho una troupe molto affiatata composta da Giulio Capone, Matteo Veleno e Stefano Marcheggiani”.
Prossimi impegni?
“i prossimi sono gli stessi di sempre. Lavorare con la consapevolezza che la nostra professione può essere utile a molte persone per risolvere problemi importanti e non dimenticarsi però che il microfono e la telecamera vanno usati con professionalità perché potrebbero nuocere se impiegati male. Ci vuole sempre un po’ di cuore al fianco della tecnologia”.