ASCOLI PICENO – Oltre 14mila donazioni grazie alla sensibilità di quasi 8mila cittadini: sono questi i numeri che rendono grande il cuore dell’Avis provinciale. Numeri che si sono registrati nel corso dell’anno appena concluso. Un ottimo risultato frutto anche del lavoro di proselitismo delle 13 Avis comunali integrato da quello provinciale. In particolare sono state effettuate 14.548 donazioni tra Ascoli Piceno e San Benedetto comprensivi anche delle raccolte fatte nei punti di prelievo presenti a Pagliare, Ripatransone, Cupra Marittima e Montefiore dell’Aso. Facendo così registrare un aumento di 1.022 donazioni rispetto al 2016 e di 219 rispetto al 2017. Numeri che hanno permesso all’Avis provinciale di far fronte ad ogni situazione di emergenza, e rispondere prontamente alle richieste degli ospedali Mazzoni di Ascoli e Madonna del Soccorso di San Benedetto, così come a livello regionale e nazionale.
Si tratta di un vero e continuo successo che contribuisce all’autosufficienza regionale e nazionale, come sottolinea Berardino Lauretani presidente dell’Avis provinciale. «Il 2019 si può senz’altro affermare che sia iniziato nel migliore dei modi per quanto riguarda le donazioni di sangue. Nei giorni scorsi 50 sacche sono partite da Ancona, direzione Ospedale di Nocera Inferiore, Salerno – dice il presidente Lauretani -. Nella nostra regione è sempre più una realtà determinante sia per la sanità marchigiana sia nazionale. Questa sacche seguono le 1.206 unità di emazie cedute fuori regione lo scorso anno e così distribuite nelle varie regioni: 954 alla Campania, 125 al Lazio, 2 all’Umbria e 125 alla Basilicata. Risultati raggiunti grazie alla grande collaborazione, sempre più consolidata, tra il DIRMT (Dipartimento Interaziendale Regionale di Medicina Trasfusionale) che coordina i 12 SIT e l’Avis. Il 2018 si è chiuso con 105.112 donazioni, un più 1.744 rispetto al 2017». Il territorio Piceno può contare sul supporto di quasi 8000 donatori, ma si tratta di un numero precario, perché a causa dei donatori che smettono la loro attività donazionale ne occorrono sempre altri che la inizino.
«Invito tutti i cittadini interessati a far parte di questa grande famiglia, qual è l’Avis – aggiunge Lauretani – di recarsi al punto donazione più vicino per chiedere informazioni». Soprattutto in questo periodo di picco influenzale, che sta colpendo anche diversi donatori, possono verificarsi dei rallentamenti nelle donazioni. Pertanto, grazie ad una macchina organizzativa impeccabile, l’Avis provinciale riesce a tenere sotto controllo le esigenze di richiesta di sangue nel territorio. Questo sia in caso di carenza di sangue sia in eccedenza. «Quest’ultimo caso sono un lusso che non ci possiamo permettere né economicamente né moralmente conclude il presidente – Non ci dobbiamo dimenticare che una sacca di sangue ha una “durata” di circa 30 giorni. Dopodiché non può essere più utilizza». Ed è proprio per questo che l’Avis provinciale è il fiore all’occhiello in tutto il territorio regionale.