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La trappola dell’engagement. Come le pagine Facebook (e pure qualche giornale) creano contenuti ostili per aumentare le interazioni

Quando ci si trova di fronte a contenuti palesemente creati per provocare e generare reazioni, la risposta migliore è ignorarli. Interagire con tali post, anche per confutare o criticare il loro contenuto, contribuisce solo fare il gioco degli autori
Pubblicato il 7 Luglio 2024

Molte pagine Facebook creano contenuti volutamente controversi e ostili per generare reazioni emotive forti e aumentare l’engagement. Questo fenomeno, che purtoppo è portato avanti anche da qualche testata giornalistica su determinati temi, è parte di una strategia più ampia per massimizzare le interazioni, che possono essere vendute come dati preziosi per la pubblicità.



Uno studio del Knight First Amendment Institute ha rivelato che gli algoritmi basati sull’engagement tendono ad amplificare i contenuti emotivamente carichi, specialmente quelli che esprimono rabbia e animosità verso i gruppi esterni. Un esempio potrebbe essere diffondere la fake news di un imminente pericolo per i nostri figli in modo da creare, attraverso i social, una sorta di allarme sociale. Purtroppo è accaduto. Questo tipo di contenuti polarizzanti non solo aumenta la visibilità delle pagine ma incoraggia anche un maggiore coinvolgimento da parte degli utenti, che tendono a reagire più intensamente a questi stimoli emotivi​.

Inoltre, la ricerca di HubSpot sottolinea come l’engagement su Facebook sia una metrica cruciale per determinare il successo dei post e delle pagine. Le azioni degli utenti come i “mi piace”, i commenti e le condivisioni sono misurate attentamente e utilizzate per ottimizzare ulteriormente i contenuti che generano più interazioni​.

Quando ci si trova di fronte a contenuti palesemente creati per provocare e generare reazioni, la risposta migliore è ignorarli. Interagire con tali post, anche per confutare o criticare il loro contenuto, contribuisce solo ad aumentare il loro engagement, giocando a favore degli autori. Ignorare i post controversi diminuisce il loro impatto e riduce la probabilità che gli algoritmi li promuovano ulteriormente.

In sintesi, essere consapevoli di queste dinamiche e scegliere di non interagire con i contenuti provocatori può contribuire a ridurre la diffusione di informazioni dannose e promuovere un ambiente online più sano.