SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Nell’Auditorium comunale “Giovanni Tebaldini” è stato celebrato nella mattina di sabato 10 febbraio il Giorno del Ricordo, la commemorazione delle vittime dei massacri delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata.
Alla manifestazione, introdotta dai saluti dell’assessore alla Cultura Lia Sebastiani, è stata grande la partecipazione da parte di studenti intervenuti da diversi istituti del territorio cittadino che hanno seguito con interesse la trattazione, tenuta dal prof. Costantino Di Sante dell’Università degli Studi del Molise, sul tema dei centri di raccolta dei profughi istriano-dalmati nelle Marche. Presenti anche rappresentanti delle Forze dell’Ordine e autorità civili.
I giovani hanno mostrato profondo interesse per la testimonianza portata da Adele Marcelli, profuga istriano-dalmata, che ha raccontato l’esperienza vissuta in prima persona, quando insieme alla famiglia fu costretta ad abbandonare i territori d’oltremare che erano stati da sempre la sua casa dietro la minaccia del regime di Tito che, dal 1943 al 1956, costrinse con la forza alla fuga tutti i cittadini italiani dai territori della Jugoslavia, incarcerando e uccidendo coloro che si rifiutarono di abbandonare la propria casa.
“Questa giornata di commemorazione ci ricorda – ha detto l’assessore Sebastiani – che, al di là delle motivazioni storiche, dei torti e delle ragioni che sono alla base di orrende epurazioni come quella operata ai danni della popolazione italiana dal regime di Tito, è abbastanza semplice far germogliare il germe nero della violenza contro un’etnia, un popolo o una categoria comunque definita di persone. Dobbiamo chiederci il perché, cercare di comprendere le ragioni di questa violenza sistematica e organizzata: e il primo passo da compiere è quello di ricordare, di ascoltare le testimonianze perché non si parlerà mai abbastanza di quei fatti, a maggior ragione in questo caso, perché furono tristi protagonisti dei cittadini italiani”.