PEDASO – Una bella festa in onore del super tifoso rossoblù Cladinoro Barbarossa (per tutti Maina) che ha spento 90 candeline. Noi dell’allegra brigata abbiamo avuto l’onore i omaggiarlo con una maglia ufficiale da gioco personalizzata ed una sciarpa del gruppo. ed è stato bello stare ad ascoltare chi ha vissuto una vita sui quei gradoni a sostenere la nostra amata Sambenedettese… “vado allo stadio dalla fine degli anni 40…se la mente non mi inganna esattamente la mia prima partita della Samb l’ho vista nel 1948 e da li non son mai mancato se non per qualche rara occasione”. Trasferitosi in quegli anni a Pedaso dove lavorava per l’ANAS, Maina ha sempre seguito la Samb in casa e quando poteva anche in trasferta.
“Al Ballarin ragazzi non vinceva nessuno – ha ricordato – Gli avversari dovevano fare i conti con i nostri 11 giocatori che erano come i “cani arrabbiati” e soprattutto con noi tifosi che urlavamo, cantavamo e incitavamo i nostri dal primo all’ultimo minuto… eravamo davvero il dodicesimo uomo in campo visto che guardavamo la partita da quasi dentro il campo”. Altri tempi, altri stimoli, altre realtà… ”si lavorava dal lunedì al sabato e la domenica era sacra… pranzo tarda mattinata e poi in macchina allo stadio. Dovevi andare presto per trovare posto in curva, dove poter tifare e vedere la partita… lo stadio era sempre pienissimo ma d’altronde, ragazzi, ai tempi nostri si viveva solo di Samb. Io ero fortunato che già avevo la macchina. Andare a San Benedetto da Pedaso all’epoca sembrava come se andassimo a giocare a Bologna. Le distanze sembravamo molto di più di oggi e poi i primi anni non si conosceva il risultato della partita se non andavi allo stadio, non è come adesso. Appena tornavamo a Pedaso al bar, gli altri amici erano lì ad aspettarci per chiedere come era andata. A parte i due soliti amici ne caricavo a turno altri due e tanti rimanevano a Pedaso perché non c’erano molte soluzioni di domenica per raggiungere San Benedetto”.
Il ricordo più brutto “il ricordo più brutto è stato con la Cavese in casa. Quel giorno avevo portato allo stadio i miei figli. Vennero molti tifosi da Cava dei Tirreni e ci furono scontri dall’inizio alla fine un po’ dappertutto..mi ero spaventato non tanto per me quanto per i miei 3 figli”. Il ricordo più bello “beh che dici??? Quando semo jìti in serie B..chi se la poteva permettere?? San Benedetto era finita su tutti i giornali e tutta Italia iniziava a conoscerci.. fu una festa bellissima, indimenticabile..poi da li si iniziava anche ad andare in trasferta e ci si divertiva molto”.
Il giocatore che ricordi con più stima?…”sicuramente Chimenti…quando era arrivato non gli davo una lira di fiducia,ma poi si è rivelato un leader un uomo d’area incredibile, un torello là in mezzo..ci ha fatto sognare molte volte”. Oggi come vedi la Samb… “oggi quando fa caldo a inizio e fine stagione vado allo stadio, poi oggi non è come un tempo e le altre volte la vedo in TV..il calcio non è più quello di una volta..tutto è cambiato, prima i nostri entravano in campo come undici guerrieri..a San Benedetto con le buone o con le cattive non si passava… i vari Ripa, Simonato, Basilico, Chimenti oggi farebbero un figurone anche in serie A, questi erano capaci anche di giocare con un braccio o un piede rotto per la tanta voglia!!! Otre allo stipendio si giocava per la maglia, per i colori, per noi sugli spalti… oggi è tutto cambiato non è più così”
“sogno un giorno di poter rivedere la Samb in serie B, il posto dove merita di stare per la gloria, la storia, la città e noi tifosi”.