giovedì 27 Marzo 2025
Ultimo aggiornamento 05:24
giovedì 27 Marzo 2025
Ultimo aggiornamento 05:24
Cerca

Grottammare, dibattito sulla Legge Merlin: storia, diritti e prospettive future

Un confronto tra passato e presente sulla regolamentazione della prostituzione in Italia. Lo storico Di Sante: «Una legge rivoluzionaria, ma ancora discussa»
Pubblicato il 28 Febbraio 2025

GROTTAMMARE. A oltre sessant’anni dalla sua approvazione, la Legge Merlin resta al centro del dibattito pubblico, divisa tra chi ne difende il valore nella lotta contro lo sfruttamento e chi ne sottolinea le criticità in relazione alla regolamentazione della prostituzione. Per approfondire queste tematiche, venerdì 7 marzo alle ore 18, nella Sala conferenze dell’Ospitale delle Associazioni di Grottammare Alta, si terrà l’incontro “Corpi e libertà sessuale”.


L’evento, che aprirà la rassegna Sguardi di donne 2025, vedrà il confronto tra Annalisa Cegna, autrice del libro “Donne pubbliche. Tolleranza e controllo della prostituzione nell’Italia fascista”, e Laura Gaspari, responsabile del Centro Antiviolenza Donna con Te/On the Road Onlus.

L’iniziativa fa parte della rassegna “I conti con la storia”, promossa dall’Assessorato alla Crescita culturale, con il supporto organizzativo dell’Associazione Blow Up e della Libreria Nave Cervo. Secondo il curatore scientifico Costantino Di Sante, l’evento rappresenta «un’occasione per riflettere sulle dinamiche storiche e sociali della prostituzione in Italia e sul dibattito, ancora aperto, tra regolamentazione, libertà sessuale e tutela dei diritti».

La Legge Merlin, introdotta il 20 febbraio 1958, decretò la chiusura delle case di tolleranza, introducendo per la prima volta in Italia il reato di sfruttamento, induzione e favoreggiamento della prostituzione. Un provvedimento rivoluzionario per l’epoca, fortemente contestato già allora e che ancora oggi divide l’opinione pubblica.

Per comprendere a fondo la condizione delle donne nelle case chiuse, è fondamentale analizzare il contesto storico: durante il Ventennio fascista, la prostituzione di Stato non era solo una questione di ordine pubblico e sanità, ma anche uno strumento di controllo sociale e delle politiche razziali del regime. Il sistema delle case di tolleranza rispondeva a una logica di disciplinamento dei corpi, perfettamente coerente con la visione politica dell’epoca.

L’ingresso all’incontro è libero e aperto a tutti coloro che vogliono approfondire una delle questioni più discusse della società italiana.