TRECASTELLI. Un carpentiere di 52 anni di Trecastelli è sotto processo con l’accusa di maltrattamenti in famiglia.
Per l’uomo, il pubblico ministero ha chiesto una condanna a tre anni di reclusione, nonostante nell’udienza di venerdì scorso l’imputato abbia negato ogni accusa davanti al giudice Paola Moscaroli, fornendo una versione dei fatti che lo discolperebbe completamente.
Le Accuse e le Testimonianze
Secondo quanto emerso in aula, i figli dell’imputato avrebbero raccontato una quotidianità familiare segnata da urla, insulti e minacce, confermando quanto riferito dalla madre, che ha dichiarato: «Mi diceva che dovevo morire». La famiglia avrebbe vissuto sei anni di sofferenze, dal 2017 al 2023, fino a quando il 52enne avrebbe lasciato la casa in seguito alla seconda denuncia sporta dalla moglie ai carabinieri. La prima denuncia risale al 2021.
Il figlio maggiore ha dichiarato di non aver mai assistito a episodi di violenza fisica, ma di aver visto più volte lividi sul corpo della madre, attribuiti ai presunti maltrattamenti. La figlia ha inoltre riferito di essere intervenuta in difesa della madre in alcune occasioni.
La Difesa dell’Imputato
Il carpentiere, difeso dall’avvocato Alessio Giovanelli, ha respinto ogni accusa, definendo la ricostruzione della ex moglie e dei figli come falsa. In aula ha dichiarato: «Non ho mai minacciato o colpito nessuno. Non so come la mia ex moglie si sia procurata quelle lesioni». Ha poi raccontato di aver scoperto una relazione extraconiugale della moglie nel gennaio 2018, episodio che lo avrebbe spinto a chiedere la separazione.
Secondo la sua versione, i litigi sarebbero stati sporadici e caratterizzati da reciproche ripicche. L’uomo ha accusato la moglie di aver bloccato l’uscita del garage con la macchina e di avergli dato uno schiaffo in cucina, episodio che lo avrebbe portato a denunciare il fatto ai carabinieri. Ha inoltre negato ogni accusa di violenza fisica o psicologica e di aver mai sequestrato il bancomat o trattenuto lo stipendio, sostenendo di aver sempre lasciato la gestione finanziaria alla moglie.
Le Richieste dell’Accusa
Il pubblico ministero ha ribadito che la famiglia viveva in un clima di paura e sofferenza, sottolineando che i figli avevano visto le ecchimosi sul corpo della madre e che la figlia era intervenuta per proteggerla. La procura ha chiesto una condanna a tre anni di reclusione per il carpentiere.
L’udienza è stata aggiornata al 12 dicembre, data in cui è prevista la sentenza. Resta ora da vedere se il giudice accoglierà la tesi dell’accusa o se darà credito alla versione dell’imputato, che continua a proclamarsi innocente.