ANCONA. Era di origini fermane Matteo Concetti, il ragazzo di 23 anni che si è tolto la vita nel carcere anconetano di Monteacuto. La madre del giovane ha sporto denuncia ai carabinieri per istigazione al suicidio. La donna sospetta infatti che qualcuno possa aver indotto il figlio, che in quel momento era in una cella di isolamento, a farla finita.
Nel frattempo, sulla vicenda, sono arrivati numerosi interventi da parte della politica nazionale e regionale. Tra questi quello di Sinistra Italiana delle Marche per voce della senatrice Ilaria Cucchi. “La morte di Matteo Concetti – ha affermato Cucchi – ci racconta il fallimento del sistema carcerario. La sua è stata una morte preannunciata, rispetto alla quale nessuno, di coloro che hanno avuto a che fare con lui nei giorni della sua detenzione, ha avuto il buonsenso di mettere in essere tutte quelle buone norme per evitarla”.
“Non ho fatto in tempo ad evitare la morte di Matteo, ma per la sua famiglia ci sono e ci sarò sempre, perché il loro dolore è anche il mio. Avrei tanto voluto essere accanto ai familiari di Matteo nelle ore difficili all’obitorio; purtroppo ero lontana e non ho potuto raggiungerli; ma per fortuna sapevo che al loro fianco c’era una persona dal cuore grande e compagno di battaglie, come Marcello Pesarini”.
Suicidio nel carcere di Ancona. Parla Ilaria Cucchi
“Quanto tristemente avvenuto conferma le nostre continue denunce sul sovraffollamento degli istituti marchigiani, in particolare ad Ancona e Pesaro; le precarie condizioni di salute e il continuo disattendere le segnalazioni di patologie; particolarmente quelle psichiatriche, come quella da cui Matteo, di soli 25 anni, era affetto. Se il rapporto fra detenuti e personale di Polizia Penitenziaria è di 1,67%, e la carenza di personale è del 20%, il settore pedagogico soffre di una carenza del 35% sempre sugli organici previsti; a fronte di un’ampia proposta di attività pedagogiche da parte del
volontariato”.
Cifre che parlano “dei mancati investimenti nella Giustizia, che dovrebbe rappresentare il grado di civiltà di un Paese e che sempre più viene, invece, considerata un fastidioso ingombro di persone, spesso colpevoli di piccoli reati, commessi in situazioni di disagio sociale. Al di là delle considerazioni generali, su cui torneremo, Sinistra Italiana manifesta rabbia, dolore e vicinanza alla famiglia di Matteo e – dopo avere presentato, per anni, proposte di legge per detenzioni alternative anche nelle Marche, e denunciato il ritardo nell’applicazione delle leggi dello Stato, come appunto le REMS da utilizzare in questi casi – continuerà a battersi, affinché migliorino le condizioni di vita, di detenuti e operatori della giustizia; e perché, secondo il dettato costituzionale, si tuteli la vita e la dignità dei carcerati”.