Si è tenuta questa mattina una riunione della Commissione Bilancio unificata con la commissione Ambiente dedicata a quanto previsto nel Recovery Plan con particolare riferimento ai territori colpiti dal sisma. “Fondamentale lavorare in sinergia con il Commissario e le altre Regioni per la programmazione delle risorse destinate nel PNRR alle aree colpite dal sisma – afferma il Presidente Francesco Acquaroli, vicecommissario alla Ricostruzione – con l’assessore Castelli stiamo seguendo con estrema attenzione la partita legata al Recovery Plan e alla programmazione europea. Se da un lato infatti si sta accelerando sulle ricostruzione pubblica e privata, dall’altro la programmazione delle risorse europee è fondamentale per dare risposte per il rilancio sociale ed economico delle nostre aree terremotate”.
“Nella bozza licenziata inizialmente erano previsti più di 3 miliardi del Recovery Plan per le aree colpite – spiega l’assessore alla ricostruzione Guido Castelli – mentre ora abbiamo contezza di misure per 1,78 miliardi di euro. Siamo stupiti e amareggiati per la riduzione della dotazione finanziaria specifica, tuttavia pare che nel documento governativo sia ipotizzabile destinare 2,95 miliardi alle aree del sisma a valere sulle risorse della programmazione dei fondi strutturali UE 21-27. Staremo a vedere. Oggi intanto il commissario Legnini ha registrato il documento redatto in collaborazione con le Regioni terremotate per la dotazione PNRR, sostenendo la necessità che i fondi siano indirizzati in parte verso una serie di misure per i Comuni, per borghi che siano sicuri sostenibili e connessi, per il rafforzamento dei luoghi fisici e il miglioramento della dotazione infrastrutturale inteso come esigenza di natura pubblica. La seconda macro-finalità è invece quella relativa alla rinascita economica e sociale, al sostegno di attività, di imprese, anche con particolare riferimento al turismo”.
L’assessore Castelli nel suo intervento ha sostenuto che il cantiere del sisma 2016 “è una sorta di modello che potrebbe anche essere utilizzato per la riattivazione della vitalità economica di altre aree interne. Le regioni terremotate devono anticipare soluzioni che potrebbe essere utile proporre anche al resto delle nostre aree appenniniche che vivono tutte quelle questioni che erano preesistenti al terremoto, come lo spopolamento”. Da questo punto di vista Castelli ha sostenuto anche che nella restante parte del Recovery Plan, che contiene misure generali, venga prevista una priorità e una riserva finanziaria in favore delle aree colpite dal sisma. “Per esempio – ha aggiunto – il superbonus per il momento è previsto fino a giugno del 2022. Può essere utile e necessario estenderlo anche agli immobili produttivi e potrebbe essere questa una proposta aggiuntiva, così come sarebbe necessario rafforzare la provvista finanziaria del superbonus per le aree del cratere, perché da noi la ricostruzione e l’adeguamento sismico potrebbero essere favoriti e consentiti proprio da un plus di risorse, affinché la nostra ricostruzione sia fatta tempestivamente ma anche di qualità. Non meno importante investire affinché gli Appennini abbiano una dotazione infrastrutturale adeguata, perché fare uscire dall’isolamento queste zone è cruciale per la rivitalizzazione socioeconomica. La cosa importante – conclude Castelli – è anche la governance di queste risorse. Dobbiamo evitare una opzione centralistica che affidi la gestione di queste risorse a tecnostrutture nazionali. È molto più opportuno coinvolgere il modello della cabina di coordinamento, in cui l’autorità centrale rappresentata da Legnini e le autorità territoriali rappresentate dalle Regioni si muovono secondo una logica di governance multilivello”.