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«Otto aziende su dieci irregolari nelle Marche, allarme sicurezza e sfruttamento»

Il 2024 si conferma un anno critico per il lavoro nelle Marche. La Uil: «Troppi lavoratori senza contratto e senza tutele»
Pubblicato il 4 Aprile 2025



Un sistema produttivo ancora troppo opaco, segnato da lavoro nero, violazioni alla sicurezza e sfruttamento. È il quadro che emerge dal bilancio 2024 dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro nelle Marche, che ha evidenziato irregolarità nell’81,5% delle ispezioni effettuate. Su oltre 3.600 controlli, più di otto aziende su dieci sono risultate non in regola.

I settori più colpiti da questo fenomeno sono edilizia (85%), agricoltura (83,1%) e industria (82,7%), con percentuali altissime di irregolarità. «Emerge un sistema produttivo che, accanto a tante esperienze virtuose, svela purtroppo anche una zona grigia fatta di lavoro povero, irregolare e spesso insicuro», spiega Antonella Vitale dell’Ufficio Studi della Uil Marche.

Nel corso dell’anno sono stati portati avanti 4.526 ispezioni, con una forte concentrazione nel terziario (1.897), seguito da edilizia (1.605), industria (731) e agricoltura (293). Tuttavia, i controlli approfonditi nel settore agricolo sono stati praticamente assenti, con zero accertamenti previdenziali e solo 6 autorizzativi, nonostante le note criticità del comparto.

I numeri parlano chiaro: quasi 500 casi di lavoro nero, inclusi lavoratori senza permesso di soggiorno, oltre 1.200 distacchi transnazionali irregolari nel trasporto merci, e 1.000 violazioni sugli orari di lavoro. A destare maggiore allarme sono le 3.346 violazioni in tema di salute e sicurezza, che costituiscono un rischio concreto per la vita dei lavoratori.

A questo si sommano 1.700 violazioni amministrative e 250 penali, un dato che fa emergere quanto la tutela dei diritti sia ancora lontana da molti ambienti lavorativi marchigiani. «Questo significa che in moltissimi luoghi di lavoro marchigiani i diritti fondamentali non sono garantiti. Si lavora senza contratto, senza sicurezza, senza orari regolari», aggiunge ancora Vitale.

Preoccupano anche i fenomeni di caporalato e sfruttamento, in particolare nel settore agricolo e nella ristorazione. La Uil Marche non ha dubbi: serve un cambio di passo deciso. «Occorre rafforzare i controlli, ma soprattutto costruire una cultura del lavoro che metta al centro dignità, equità e giustizia sociale… È il momento di agire per pretendere un lavoro che sia davvero libero, sicuro e giusto», concludono dal sindacato.