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Nelle Marche 9 cittadine diventano “comuni liberi dai rifiuti”

Vincitori assoluti sono Torre San Patrizio e Camerano
Pubblicato il 9 Luglio 2021

Sono 9 i Comuni Rifiuti Free marchigiani che entrano nella classifica nazionale di Legambiente, cioè quelli in cui ogni cittadino produce al massimo 75 chili di secco residuo all’anno.

Vincitori assoluti sono il Comune di Torre San Patrizio (FM), con l’81,4% di raccolta differenziata e 56,6 kg/a/ab che si aggiudica la medaglia d’oro dei comuni al di sotto dei 5.000 abitanti, e il Comune di Camerano (AN) con l’84,5% di raccolta differenziata e 68,8 kg/a/ab per i comuni tra i 5mila e i 15mila abitanti. Si posizionano in graduatoria anche i comuni di Ponzano di Fermo, Lapedona, Monterubbiano, Moresco, Gradara, Lunano e Petriano, tutti al di sotto di 5mila abitanti. Assenti Comuni con più di 15mila abitanti.

Nelle Marche, quindi sono pronti alla sfida dell’economia circolare il 4% dei Comuni con solo 23.805 cittadini marchigiani virtuosi e cioè l’1,6% % di popolazione coinvolta.

Inoltre, il Consorzio Rilegno ha premiato il Comune di Carpegna per il lavoro di recupero di legno grazie alla presenza del centro di raccolta comunale.

Questi i dati che emergono dalla 28esima edizione di Comuni Ricicloni, il dossier realizzato nell’ambito del medesimo concorso con cui, fin dal 1994, Legambiente premia i migliori risultati nella gestione dei rifiuti, e che dal 2016 vede il suo principale focus nei Comuni Rifiuti Free, ossia i centri a bassa produzione di indifferenziato destinato a smaltimento.

L’indagine presentata a Roma, durante l’EcoForum sull’Economia circolare dei rifiuti è stata organizzata da Legambiente e realizzata in collaborazione con Conai, Comieco, CoReVe, CoRePla, CiAl, Ricrea, Rilegno, CIC – Consorzio Italiano Compostatori, Assobioplastiche e i partner FaterSmart ed Eurosintex.

“Con il recepimento del pacchetto delle direttive europee sull’economia circolare – dichiara Marco Ciarulli, direttore di Legambiente Marche – si è definito il contesto in cui i Paesi Membri devono muoversi da qui ai prossimi anni. Tra gli obiettivi principali: il limite massimo del 10% di rifiuti conferiti in discarica, percentuali molto ambiziose di riciclo dei rifiuti prodotti e un tetto per abitante di 100 chili di residuo secco (indifferenziato) prodotti annualmente. Come fotografa il nostro rapporto Comuni Ricicloni 2021, ad oggi la produzione dei rifiuti non recuperabili e conferiti in discarica al di sotto dei 75 chili per abitante all’anno è raggiunta solo da 9 Comuni nella nostra regione. Un dato preoccupante che ci obbliga a cambiare marcia e mettere in campo proposte concrete per abbattere la produzione dei rifiuti. Proprio per questo è determinante applicare il sistema di tariffazione puntuale su tutto il territorio regionale, in nome del principio chi inquina paga, supportando le amministrazioni che ce l’hanno fatta”.

Nelle Marche molto buono il risultato della raccolta differenziata che si attesta a 71,84% di media regionale e la produzione pro capite di rifiuti che arriva a 499 kg/ab/anno, dati della Regione Marche relativi all’anno 2020. Questi numeri però confermano uno stallo nelle politiche per la prevenzione della produzione dei rifiuti e per il completamento del ciclo di gestione. Dati che vengono confermati nella fotografia di Legambiente che vede il centro Italia in retromarcia e con numeri di comuni virtuosi sempre in diminuzione negli ultimi 3 anni.

“Questo ritardo delle Marche nella gestione dei rifiuti è inaccettabile – commenta Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche –. La nostra regione è stata un modello di riferimento in campo di gestione virtuosa e di buone pratiche, dobbiamo mettere in campo tutte le forze per recuperare il terribile ritardo accumulato. Il raggiungimento, nei tempi previsti, degli obiettivi che l’Europa, e anche l’Italia, si è prefissata avverrà se si faranno i giusti passi per completare al più presto la rivoluzione circolare nei territori e se le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza verranno utilizzate in questa direzione. Diventa sempre più urgente la realizzazione degli impianti di riciclo ancora carenti nelle Marche, a partire dagli impianti di digestione anaerobica, insieme all’applicazione della tariffa puntuale e prevenzione della produzione. Senza la realizzazione di questi impianti, che sono strategici per realizzare economia circolare nei territori, livelli alti di raccolta differenziata non sono più sufficienti perché ad oggi siamo costretti a gestire i materiali recuperati fuori regione. Il grande lavoro fatto in questi anni da tutta la comunità marchigiana per raggiungere livelli alti di raccolta differenziata non deve essere vanificato dall’assenza di impianti che attraverso il riciclo possono dare una seconda vita a questi rifiuti. Mettere in campo queste iniziative – conclude Pulcini -, oltre a permetterci di stare al passo con quanto richiesto dall’Europa, ci permetterà di recuperare il ritardo accumulato nella gestione dei rifiuti in questi anni e far crescere il nostro territorio, attivare nuove e sane leve economiche e rendere così concreta la grande possibilità dell’economia circolare”.

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