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Nel 2024 meno assunzioni stabili nelle Marche, cresce il lavoro intermittente

Lieve calo delle attivazioni e meno trasformazioni a tempo indeterminato. Cgil: «Misure inefficaci, serve un cambio di rotta»
Pubblicato il 28 Marzo 2025



Nel 2024 nelle Marche sono stati attivati 214.162 rapporti di lavoro, con una flessione del 2,3% rispetto al 2023. Tra questi, soltanto il 10,7% ha riguardato contratti a tempo indeterminato, pari a 22.929 nuove assunzioni. A dominare restano i contratti a termine (39,13%), seguiti da quelli intermittenti (19,4%), che risultano in aumento e superiori alla media nazionale, ferma al 9,9%.

Il quadro, delineato dall’Osservatorio sul mercato del lavoro dell’Inps e rielaborato da Ires Cgil Marche, mostra una stabilità sul fronte delle cessazioni, che si attestano a 209.253, con una variazione minima (-0,1%) rispetto all’anno precedente. Tra queste, il 10,2% è dovuto a licenziamenti per ragioni economiche.

Preoccupa anche il calo delle trasformazioni di contratti precari in rapporti stabili, che nel 2024 sono state 23.223, ovvero 1.395 in meno rispetto al 2023, con una contrazione del 5,7%.

Il peggioramento colpisce soprattutto donne e giovani. Le assunzioni femminili segnano un -3,2% contro il -1,6% degli uomini, con un crollo del 10% delle assunzioni a tempo indeterminato. Tra i giovani si registra la riduzione più netta: -14% nei contratti stabili.

Un contesto che, secondo la Cgil Marche, evidenzia un peggioramento generale. «La precarietà assume numeri vertiginosi per donne e giovani. Nelle Marche la situazione è in peggioramento. Inefficaci sono state le misure adottate dalla giunta Acquaroli», afferma Eleonora Fontana, segretaria regionale del sindacato.

Per Giuseppe Santarelli, segretario generale Cgil Marche, «i referendum sul lavoro rappresentano una grande opportunità per modificare alcune delle norme del mercato del lavoro che rendono più deboli lavoratrici e lavoratori».