È arrivato a Camerino in bicicletta, Matteo Ricci, europarlamentare del PD e candidato alla presidenza della Regione Marche, per la terza tappa del tour “Ricucire le Marche”. Un viaggio simbolico e politico, che punta a toccare con mano le ferite ancora aperte del terremoto e a raccogliere testimonianze nei luoghi più colpiti, come il centro storico della città, ancora interdetto.
«Ci tenevo molto a fermarmi a Camerino. Perché è il comune che più di tutti è rimasto indietro nella ricostruzione post sisma» ha dichiarato Ricci, durante la visita al cuore dell’entroterra marchigiano. Partito da Fabriano, il suo viaggio lo porterà in serata a Comunanza, per poi concludersi ad Arquata del Tronto.
Nel corso del sopralluogo, Ricci ha sottolineato come “il terremoto ha lasciato ferite enormi” e ha puntato il dito contro i ritardi nella ricostruzione: «Girare per il centro oggi è un colpo al cuore. Ancora oggi un terzo degli edifici danneggiati non ha presentato domanda per la ricostruzione e dovremmo domandarci il perché di questo. La burocrazia è troppo lenta e la politica regionale non è stata all’altezza».
Accompagnato da un ristoratore, il primo a riaprire l’attività dopo il sisma, Ricci ha ascoltato il racconto di una comunità che vive senza il suo centro vitale: «È una situazione che non può più essere tollerata».
Non sono mancate critiche verso chi oggi si attribuisce i meriti per l’arrivo dei fondi: «Vorrei dire a chi oggi si prende il merito dei fondi arrivati che dovrebbe portare con sé il santino di Giovanni Legnini. È stato lui a sbloccare le procedure e a ottenere 14 miliardi per la ricostruzione. Il resto sono chiacchiere».
Oltre alla ricostruzione, Ricci ha voluto porre l’attenzione sul tema dello spopolamento e del divario crescente tra costa ed entroterra: «Solo da Camerino sono andate via mille persone e non è detto che torneranno. Dobbiamo creare le condizioni affinché restare o tornare diventi una scelta possibile».
Tra le proposte avanzate, quattro misure già sperimentate altrove: «Contributi a fondo perduto per giovani coppie che acquistano casa nelle aree interne, trasporto scolastico gratuito, incentivi per tenere aperte le scuole nei piccoli comuni e asili nido gratis. Sono cose che funzionano in Emilia-Romagna e Friuli Venezia Giulia. Le faremo anche qui».
Critiche anche al sistema sanitario regionale: liste d’attesa infinite e mobilità passiva in crescita. Ricci denuncia che «un marchigiano su dieci rinuncia a curarsi» e propone di rifinanziare la sanità pubblica portandola al «7% del PIL regionale».
Sulle università, Ricci ha attaccato la gestione attuale, colpevole – secondo lui – di favorire le private a scapito delle pubbliche: «La Regione dovrebbe pensare a far collaborare le università marchigiane e invece l’attuale governo ha come unica priorità di lasciar spazio a quelle private che non danno nessun contributo al nostro territorio».
Infine, un appello a una nuova visione politica regionale, capace di rafforzare il peso delle Marche in Europa e a Roma: «Se oggi non ci conosce nessuno è perché chi ci governa non sa farsi sentire».
Il viaggio prosegue verso Comunanza, dove si affronterà anche il tema delle crisi industriali, con particolare attenzione alla situazione della Beko. Domani, conclusione ad Arquata del Tronto, uno dei comuni più colpiti dal sisma.
Ricci ha chiuso ribadendo il significato simbolico della bicicletta: «Abbiamo scelto la bicicletta per rappresentare questa iniziativa perché è come vivere nelle aree interne, bellissimo ma faticoso e noi dovremo rendere vivere qui meno faticoso». E ha lanciato una sfida: «Se per noi il simbolo è quello della bici, il loro invece è quello del divano, di chi si accontenta della mediocrità. Noi invece abbiamo l’ambizione di non accontentarci per far diventare questa regione grande!»